Pino Maniaci ha annunciato che l’emittente televisiva siciliana Telejato, da 33 anni attiva e impegnata sul territorio in particolare contro la mafia e l’illegalità, chiuderà. “Non c’è riuscita la mafia coi suoi attentati a farci chiudere, non ci sono riusciti pezzi del tribunale di Palermo e ci riesce lo stato. Le nostre frequenze sono state vendute al 5G”, ha commentato l’editore della tv e direttore del telegiornale, il contenuto più seguito del canale diventato un punto di riferimento anche oltre i confini dell’isola. Maniaci ha riportato in un post su Facebook gli estremi per partecipare alle raccolte fondi per sostenere l’emittente.

Maniaci si riferiva nelle sue dichiarazioni alla graduatoria delle emittenti locali che possono trasmettere con i nuovi standard DVB-T2 (il cosiddetto digitale terrestre di seconda generazione). Ha aggiunto che per continuare a trasmettere in Sicilia avrebbe dovuto pagare 40mila euro. Telejato continuerà per il momento a trasmettere in streaming sul sito Telejato.it e sui suoi canali social. Il giornalista, noto anche oltre i confini regionali, ha annunciato che è riuscito a ottenere degli spazi nei telegiornali dell’emittente locale TVM. “Ho promesso alla responsabile della televisione di fare un telegiornale più soft per evitare di allungare la sfilza di oltre 380 querele che mi sono preso in questi anni”. Sarà in onda alle 14 alle 15, dalle 20.30 alle 21.30 e da mezzanotte all’una.

Telejato fu fondata nel 1989 da Alberto Lo Iacono. Dieci anni dopo venne rilevata da Maniaci, allora imprenditore edile che da editore è diventato sempre più protagonista del canale. L’emittente era in “imminente collasso finanziario”. Ha sede a Partinico, in provincia di Palermo. Il bacino di utenza si riferiva soprattutto ad Alcamo, Partinico, Castellammare del Golfo, San Giuseppe Jato, Corleone, Cinisi, Montelepre. Via via si è andato allargando. Tanti servizi erano confezionati e realizzati proprio dall’editore-giornalista diventato noto per il suo stile molto diretto, anche aggressivo e sfrontato. È stato più volte bersaglio di minacce e aggressioni. Fu pestato dopo la denuncia e l’abbattimento di cinque stalle abusive costruite a Partinico dalla famiglia mafiosa Vitale detta Fardazza.

È stato anche vittima di un tortuoso e complicato calvario giudiziario: Maniaci ha subito cinque anni di procedimento giudiziario, dal 2016 al 2021, per estorsione. Secondo l’accusa aveva ricevuto denaro e favore da amministratori comunali di Partinico e Borgetto per non criticare le loro politiche. “Il fatto non sussiste”, il verdetto di assoluzione con formula piena arrivato l’8 aprile 2021. Maniaci è stato anche protagonista di una docuserie Netflix dal titolo Vendetta: guerra nell’antimafia.

“Quando abbiamo preso in gestione Telejato non avevamo niente: abbiamo iniziato all’interno di una stanza di pochi metri quadri, con un computer un po’ malandato e con un sogno: quello di rompere il c… alla mafia e ai poteri forti. Era il 1999 e da allora ne sono successe di cose. Abbiamo difeso questa emittente con le unghie e con i denti, prima dai mafiosi e poi da un pezzo di magistratura palermitana – ha detto Maniaci a Il Corriere del Mezzogiorno Palermo – Abbiamo cercato alternative, potenziando il web e avviando, per la prima volta in oltre vent’anni d’attività, lo streaming del nostro canale su telejato.it. Tuttavia, comprendiamo che gran parte del nostro pubblico è composto anche da persone meno avvezze alla tecnologia, e che vorrebbero continuare a seguire le nostre inchieste in tv. È anche per loro che vogliamo continuare a trasmettere e ad offrire a tutti e tutte voi l’informazione controcorrente alla quale vi abbiamo abituati in questi lunghi anni. Per farlo, abbiamo bisogno della vostra generosità: ogni donazione ci aiuterà a portare avanti quel sogno che oggi non è più soltanto nostro. I fondi saranno gestiti e prelevati dall’associazione culturale Marconi, proprietaria dell’emittente televisiva. Non lasciateci soli. #Telejatononsiferma, ora più che mai”.

Letizia Maniaci, figlia di Pino, è stata insignita nel 2005 del premio internazionale intitolato a Maria Grazia Cutuli come giovane emergente e nel 2012 ha ricevuto il Premio Nazionale Antonino Caponnetto. Salvo Vitale, conduttore di Radio Aut con Peppino Impastato, giornalista ucciso dalla mafia nel 1978, è stato collaboratore dell’emittente. L’emittente aveva creato anche Telejunior, riservata a giovani aspiranti giornalisti. Il superboss Bernardo Provenzano si era fatto installare durante la latitanza un’antenna per seguire il tg di Manici. Dopo le numerose aggressioni e minacce di morte Maniaci è stato messo sotto tutela da parte dei carabinieri.

“Oggi è una giornata dolorosa. Volevo non arrivasse mai questo 5 maggio ma purtroppo eccoci qui. Quelli che vedete in questo video sono i nostri impianti e oggi a me è toccato il compito più duro, quello di staccare tutto. Da questo momento in poi il segnale di Telejato Notizie è spento. Stentiamo ancora a crederci ma purtroppo questa è la realtà dei fatti. Un grazie dal profondo del cuore va a tutte le persone che in questi anni hanno collaborato con noi, a chi è rimasto, a chi ogni tanto torna, a chi non c’è più, a chi continuerà ad esserci. Però non posso, non voglio pensare che sia tutto finito. Noi siamo pronti a ripartire, anzi, non vediamo l’ora ma per passare al nuovo digitale terrestre, lo sapete, servono quarantamila euro. Questo è l’ennesimo appello che rivolgo a voi, fedeli telespettatori: non lasciateci soli. Abbiamo ancora tante cose da raccontarvi”, il post sulla pagina Facebook di Telejato con il quale Maniaci ha annunciato la chiusura del canale e segnalato gli estremi per contribuire alla causa.
Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.