Cronaca
Chiusura dell’A26, il procuratore di Genova: “Ponti come dei balconi con soletta sgretolata”
“Per fare un esempio, era come se in un balcone la soletta sottostante fosse completamente sgretolata e la parte sana solo quella piastrellata”. È quanto rivelato dal procuratore capo di Genova Francesco Cozzi a proposito della chiusura della A26 in prossimità dei ponti Fado e Pecetti, che ha visto da stamattina riaprire al traffico una corsia per ogni senso di marcia durante la riunione tra il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e i vertici Aspi.
“I nostri consulenti – è l’allarme lanciato da Cozzi – hanno rilevato ieri un grave stato di degrado che consisteva in una mancanza di cemento che imponeva un controllo sicurezza immediato per pericolo di rovina”. Finora il procuratore aveva parlato solo di un generico “stato di degrado” delle infrastrutture. La procura di Genova aveva disposto ieri ad Autostrade per l’Italia di chiudere in entrambe le direzioni la tratta dell’autostrada A26 compresa tra l’allacciamento con l’autostrada A10, a Genova, e lo svincolo di Masone.
Il procuratore capo di Genova ha poi tenuto a precisare che “non abbiamo preso un provvedimento avventato, ma è stato un provvedimento tempestivo che non poteva essere procrastinato. Non è stata una decisione avventata. Ho seguito le operazioni tutta la notte. Quello che è successo e che i nostri consulenti hanno visto che su quei viadotti erano stati controllati ed erano stati segnalati con voti entro il 50. Quando in realtà erano a 70 e quindi si doveva intervenire”.
Cozzi ha quindi fatto un riferimento all’inchiesta sul ponte Morandi di Genova, che poi si è estesa proprio con il filone dei falsi report sulle condizioni dei viadotti delle autostrade: “Bisognerà vedere con le indagini se quanto successo prima era una filosofia generale, quella degli omessi controlli, oppure se si sia trattato di episodi singoli. Quello che è successo prima non deve più succedere. L’impressione che abbiamo avuto, nei mesi scorsi, è quella di una sottovalutazione dello stato delle infrastrutture”.
Sulla decisione di chiudere parzialmente l’A26 il procuratore ha poi chiarito il ruolo del suo ufficio: “Noi non ci sostituiamo a nessuno, alle competenze di nessuno, il nostro compito è casomai di sollecitare gli interventi di competenza di altri”. E’ vero che Aspi ha programmato una serie di interventi anche con società esterne. E’ in atto un piano di controllo che mi auguro venga seguito anche dal Mit perchè non spetta a noi”.
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