La chiusura delle attività che operano nel comparto del gioco legale si sta traducendo in un nuovo serbatoio di risorse per le organizzazioni criminali. Il blocco, effetto dei provvedimenti finalizzati al contenimento del Covid, ha ormai raggiunto la durata complessiva di otto mesi. In questo arco di tempo, i cittadini hanno continuato a giocare, rivolgendosi però a realtà clandestine e illegali. La situazione in cui versa il settore -che coinvolge 150mila lavoratori e garantisce allo Stato un gettito erariale da oltre 11 mld l’anno – è stata illustrata oggi da Geronimo Cardia, Presidente dell’Associazione Concessionaria dei Giochi Pubblici (Acadi – Confcommercio) durante un’audizione presso la Commissione parlamentare Antimafia.

Il gioco pubblico è infatti organizzato sulla base di un sistema che costituisce un autentico argine all’illegalità. Le reti distributive dei giochi pubblici operano infatti tramite meccanismi informativi che consentono il controllo antiriciclaggio non solo sugli operatori, ma anche in particolare sulle attività di gioco. Il comparto assicura inoltre la tracciabilità dei flussi finanziari in entrata ed in uscita, e garantisce il pieno controllo, nell’ambito delle scommesse, utile al contrasto del cosiddetto ‘match fixing’, cioè evita la manipolazione dei risultati degli eventi sportivi. Il sistema consente anche di produrre il patrimonio informativo disponibile per le autorità investigative tramite gli impianti di videosorveglianza obbligatori. Tutto ciò viene meno con il blocco delle attività”, ha spiegato in Commissione.

I pesantissimi contraccolpi del lockdown erano già stati prefigurati ad aprile dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, che in un documento dell’Interpol aveva rappresentato gli effetti del Covid-19 sulle attività delle forze di polizia. Gabrielli ha infatti spiegato come le chiusure abbiano consentito alla criminalità organizzata di crescere e svilupparsi massicciamente lungo l’asse del comparto del gioco. “La chiusura delle sale giochi e l’interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato potrebbero aumentare il ricorso al gioco d’azzardo illegale online così come la pirateria, con l’utilizzo di dispositivi illegali per avere accesso a contenuti multimediali offerti a pagamento da operatori privati” evidenzia il documento.

Un allarme che poi è stato rilanciato da un vero e proprio fronte bipartisan: basti pensare che nel corso del 2020 il gettito erariale si è attestato tra i 6,5 e i 7 miliardi. Ciò significa che rispetto alla media sono stati persi tra 4,5 e 5 miliardi, che in buona parte sono andati a rimpolpare le casse delle mafie.

Il fatto che adesso il gioco pubblico in concessione dello Stato non sia accessibile lascia i giocatori esposti a un sistema alternativo illegale di gioco che è disponibile e che non ha nessuna forma di regola. Questo settore è appetibile e ambito dalle mafie e dagli speculatori mafiosi sia perché permette azioni di riciclaggio sia perché in ragione della loro enorme disponibilità di liquidità i mafiosi prestano soldi alterando il mercato, drogando il sistema e acquisendo la titolarità delle imprese. Questo significa che il sistema viene ancora più drogato perché riempito di fondi illeciti”, è il monito lanciato dal deputato Pd Paolo Lattanzio, coordinatore del ‘Comitato per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria’, istituito presso la Commissione antimafia.

Purtroppo il Governo Conte ha sempre deciso di seguire un metodo etico e non sanitario per contrastare e prevenire il contagio. Il gioco legale in Italia consegna all’erario una somma pari a 11 miliardi di euro l’anno e come registra il bollettino pubblicato dal dipartimento dell’Agenzia delle entrate dei primi dieci mesi del 2020, si evidenzia una perdita per le casse dello Stato pari a 5 miliardi di euro. Le disposizioni in questione non hanno contribuito solo ad accrescere un ingente danno alle finanze dello Stato, ma hanno provocato, soprattutto, un effetto domino sull’incremento del gioco d’azzardo illegale”, aveva avvertito nei giorni scorsi il Deputato di Forza Italia Giorgio Mulè, autore di un’interrogazione in materia rivolta agli allora ministri Lamorgese e Gualtieri.