Piano vacanze
Agosto, Senato mio non ti conosco. Palazzo Madama si ferma per 5 settimane: l’emergenza può attendere
La conversione dei decreti e le ratifiche occupano lo spazio che in un Parlamento pienamente efficiente dovrebbero avere le discussioni delle proposte di legge, prima in commissione e poi in voto d’aula. E riducendo le ferie ci sarebbe spazio per la proposta di Renzo Piano sul dissesto idrogeologico e per il ripristino di Casa Italia e Italia sicura

Pronti. A partire. Lo slogan che ha portato Giorgia Meloni a vincere le elezioni va aggiornato. Pronti a chiudere la valigia. Pronti al decollo. Quanto rimane chiuso il Parlamento? Quest’anno, cinque settimane.
Il Senato, nato con l’avvio della XIX legislatura il 13 ottobre scorso, allo scadere del nono mese di lavoro decide di essere troppo stanco. La Camera dei Deputati deve decidere oggi, seguirà con ogni probabilità lo stesso calendario.
Palazzo Madama in base al suo calendario dei lavori, chiuderà giovedì o venerdì di questa settimana, a seconda di quanto tempo sarà necessario per svolgere gli impegni previsti dal programma dell’aula.
Ieri le comunicazioni del ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto sulla proposta di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) decisa il 27 luglio dalla cabina di regia del governo. Tra oggi e domani, 3 agosto il Senato dovrà poi approvare due provvedimenti del governo.
Il primo è la conversione in legge del decreto “Pubblica amministrazione 2”, in scadenza il 21 agosto e che contiene tra le altre cose una serie di misure in vista del Giubileo a Roma del 2025.
Al momento il decreto è all’esame della Camera. I decreti-legge di cui il governo Meloni fa ampio uso hanno forza di legge immediata, sì, ma devono essere convertiti in legge, anche con modifiche, dalla Camera e dal Senato entro sessanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, pena la loro decadenza.
E questo affastellamento pesa sui lavori. Il secondo provvedimento che dovrà essere approvato dal Senato, tra i principali del governo Meloni, è la delega sulla riforma del fisco. Approvato il 16 marzo dal Consiglio dei ministri, il disegno di legge delega ha ottenuto il via libera della Camera il 12 luglio scorso nei suoi primi 13 articoli. Al momento il Senato sta dunque esaminando i restanti sette articoli del provvedimento e, dopo la sua 2approvazione, il testo dovrà tornare alla Camera per il via libera definitivo.
Questo potrebbe arrivare già nella settimana tra il 7 e l’11 agosto, a seconda di quando la Camera deciderà di fissare il giorno di inizio delle ferie dei deputati. Un’agenda che sembra densa, ma è soltanto affannosa. La conversione dei decreti e le ratifiche occupano lo spazio che in un Parlamento pienamente efficiente dovrebbero avere le discussioni delle proposte di legge, prima in commissione e poi in voto d’aula.
Nell’era Meloni-La Russa-Fontana non funziona così. E dire che l’emergenza climatica, il dissesto del territorio, le alluvioni al Nord e gli incendi al Sud imporrebbero una massima allerta, una cabina di regia vigile e pronta. A dirlo chiaro e forte è stato Matteo Renzi in una partecipata conferenza stampa ieri a Palazzo Madama.
Il leader di Italia Viva si è rivolto al Presidente del Senato. “A La Russa chiedo di ridurre da 5 a 4 settimane le ferie, con 4 settimane va bene lo stesso”. E ha poi scandito un appello a mò di titolo: “La Russa, facci lavorare”. “Il presidente del Senato – prosegue – è stato criticato per aver concesso cinque settimane di vacanze ai senatori. Vi svelo un segreto: non si fa attività in parlamento perché non ci sono proposte del governo. Quando c’eravamo noi le proposte erano anche troppe. Lo dico a La Russa, c’è la proposta di Renzo Piano sul dissesto idrogeologico e per il ripristino di Casa Italia e Italia sicura. Se il governo ha voglia di lavorare, la prossima settimana si cancellano le ferie, si vota questa proposta e in due giorni si dimostra che il parlamento ha voglia di lavorare”. Dallo scranno più alto di Palazzo Madama, imbarazzato silenzio.
Ha parlato invece il ministro con delega alla Protezione civile, Nello Musumeci. Polemizzando con le opposizioni, è riuscito a non rispondere nel merito sulla proposta di legge per il ripristino di Italia Sicura a prima firma Renzi-Paita. Quest’ultima, coordinatrice nazionale di Italia Viva, si è rivolta a sua volta all’ufficio di presidenza del Senato: “Chiediamo a La Russa di farci lavorare anche ad agosto per portare a casa il progetto di legge ‘Italia sicura’ di Renzo Piano”. Piano sulle emergenze non va bene, ma il piano vacanze, a Palazzo Madama, va fortissimo.
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