C’è un testimone ma niente videocamere
Ciro Immobile, l’incidente con il tram e le due versioni sul semaforo: come sta il bomber della Lazio e le figlie

“Sono passato con il semaforo verde – racconta il macchinista – all’improvviso quella macchina ci è venuta addosso come un missile. Sono stato sballottato nella cabina, non ho capito più niente e sono svenuto. Ma il mio pensiero fisso è sapere come stanno quelle due bambine, le figlie del calciatore”. In piazza delle Cinque Giornate, in Prati, in auto il bomber della Lazio Ciro Immobile, 33 anni, c’erano anche le figlie Michela e Giorgia, di 10 e 8 anni.
“Il tram è passato con il rosso”, conferma con sicurezza a pochi istanti dall’incidente Immobile che come il macchinista Atac è stato sottoposto all’alcoltest e al drugtest. Gli agenti della polizia municipale hanno sequestrato i veicoli coinvolti che saranno sottoposti a perizie tecniche.
Nessun aiuto può arrivare dalle telecamere di vigilanza della zona perché non funzionano. Al vaglio il sistema di sincronizzazione dei semafori. Un’ipotesi è che il tram abbia avuto il via libera e che il calciatore si sia ritrovato all’incrocio dopo essere passato con il giallo. Per chiarire la dinamica potrebbero essere fondamentali alcune testimonianze come quella dell’automobilista che ha raccontato di aver visto “Immobile passare l’incrocio da lungotevere delle Armi e cercare di evitare il tram, ma non ci è riuscito”.
L’impatto è stato molto forte, tanto da far “traslare il tram – che pesa 18 tonnellate – fuori dai binari” come spiega l’assessore comunale alla Mobilità Eugenio Patané. La ruota anteriore destra del Defender del calciatore invece si è quasi staccata dall’asse tanto che il muso del suv quasi non esiste più: la vettura è finita a una ventina di metri di distanza, su ponte Matteotti, mentre il tram 19 ha addirittura scavalcato uno sparti-traffico.
Tra i passeggeri del mezzo pubblico nove persone sono rimaste ferite. Entrate in codice verde e in due in giallo fra gli ospedali San Giovanni, Santo Spirito e Policlinico Umberto I, quella in condizioni più serie è una donna di 60 anni – che si trovavano sul mezzo pubblico appena partito dall’incrocio con viale delle Milizie per impegnare il ponte. Fra loro anche il macchinista dell’Atac, di 45 anni, dimesso in mattinata dal Policlinico Umberto I con sette giorni di prognosi, sentito dal sindaco Roberto Gualtieri per sincerarsi delle condizioni, cosa che ha replicato anche con il presidente della Lazio Claudio Lotito.
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