La battaglia giudiziaria sul caso di Claudio Mandia si sposterà in Svizzera? È quanto temono i genitori dello studente 18enne morto suicida il 17 febbraio dello scorso anno in una scuola privata di Thornwood, nello Stato di New York, la EF Academy. Claudio, originario della provincia di Salerno, si è ucciso dopo tre giorni di isolamento punitivo in una stanza perché “reo” di aver copiato un compito di matematica.

Una pratica, quella dell’isolamento, che avrebbe preceduto l’espulsione in programma il giorno dopo il ritrovamento del corpo senza vita.

I genitori del ragazzo, Mauro e Elisabetta Mandia, avevano avviato all’inizio di novembre un’azione legale civile presso la Supreme Court della Contea di Westchester accusando il personale della scuola di comportamento inumano e gravissime negligenze che hanno indotto il figlio al suicidio. Il procedimento penale si è infatti ‘arenato’ dopo la rinuncia da parte della Procura a procedere contro il college.

Ma anche sulla denuncia civile sono arrivate importanti novità: la EF Academy, come scrive oggi il Corriere della Sera, punta a sottrarsi alla giurisdizione americana. Alla famiglia Mandia è stata infatti notificata dal tribunale la richiesta del college di trasferire il procedimento giudiziario al tribunale svizzero di Zurigo in base a una clausola contrattuale dell’iscrizione di Claudio Mandia all’istituto. Clausola che indicherebbe come, in caso di controversie legali, il foro competente sarebbe quello svizzero.

L’avvocato della famiglia di Claudio ha chiesto al tribunale di New York di respingere l’istanza dell’Academy di Thornwood (che ha sedi anche in California e in Gran Bretagna), contestando che il trattamento disumano che avrebbe spinto il 18enne al suicidio non hanno nulla a che vedere con le clausole contrattuali di un’iscrizione scolastica.

Noi ci opporremo, per avere giustizia nel paese dove nostro figlio è morto, dove operano e risiedono le persone coinvolte e informate dei fatti, e dove la stessa scuola continua ad ospitare tanti giovani da tutto il mondo. Perché non accada mai più, a nessuno studente, in nessuna scuola“, spiega la famiglia Mandia

La denuncia presentata negli scorsi mesi chiama in causa in particolare il direttore dell’Istituto, Vladimir Kuskovski, il dean (l’equivalente britannico del preside di Facoltà, nda) Wayne Walton, la psicologa Chelsea Lovece, che aveva più volte incontrato Claudio per le sue difficoltà ambientali e mentali.

La scuola, dove studiava anche la sorella di Claudio, ha sempre negato la circostanza che il giovane si trovasse in stato di confinamento, la stanza “non era chiusa a chiave” e “poteva avere interazione sociali”, era stata la replica della Academy di Thornwood alle accuse dei familiari di Claudio.

Redazione

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