“Per la prima volta il numero dei ventilatori polmonari è maggiore dei ricoverati in terapia intensiva. E’ un segno che il contagio si sta attenuando”. È il messaggio arrivato in conferenza stampa dal commissario straordinario all’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri. L’ex Ad di Invitalia ha snocciolato anche alcune cifre: fino  23 marzo il 72% dei ventilatori era distribuito al Nord, nell’ultima settimana il 43% al Sud. “Dobbiamo garantire di non lasciare alla fine l’ennesima diseguaglianza Nord-Sud”, ha spiegato infatti Arcuri.

Tra i dati sottolineati dal commissario anche quello relativo ai tamponi: “Un mese fa avevamo fatto 182mila tamponi. Ieri abbiamo toccato quota un milione e 398mila. Quindi il 500% in più rispetto a un mese fa”. Arcuri ha voluto evidenziar anche un ‘primato’ italiano: “Ogni 100mila abitanti la Francia ha fatto 560 tamponi, il Regno Unito 710, gli Usa 1125, la Spagna 1990, la Germania 2063, l’Italia 2244. Siamo il Paese che ha la maggiore percentuale tamponi eseguita per abitante“.

Pur ribandendo che la curva “sta scendendo”, col contagio che “si sta attenuando”, Arcuri ha invitato alla “cautela e prudenza, il virus è ancora tra noi, ma abbiamo imparato a contenerlo. Non lo abbiamo sconfitto o allontanato”. Non bisogna, ha aggiunto, “prendere decisioni frettolose” in merito alle riaperture.

LE MASCHERINE – “Ci sono 40,3 milioni di mascherine nei magazzini delle Regioni, aggiornato a ieri. Servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell’emergenza”. Questo invece il dato fornito da Arcuri sulle mascherine, argomento che per il commissario “lo possiamo accantonare, ha lasciato il passo a ulteriori questioni. Continuiamo una massiccia distribuzione, sono soddisfatto della trasparenza delle Regioni che dichiarano di averne un po’ più di quelle che gli servono”.

APP E CONTACT TRACING – Uno spazio importante è stato dedicato quindi alle polemiche sull’app ‘Immuni’ e sul contact tracing. Quest’ultimo è stato definito da Arcuri “uno strumento utile, forse indispensabile, ma bisogna trovare un equilibrio per mettere in campo due requisiti fondamentali: il rispetto della sicurezza e il rispetto della privacy”.

Per questo, ha spiegato il commissario, ”non sarà possibile allocare queste info in un luogo che non sia pubblico e italiano. Immaginare che queste info siano allocate in un server o cloud di natura diversa non è compatibile con il rispetto dei requisiti”, “di una infrastruttura che deve necessariamente essere pubblica e rispettare la privacy”.


Secondo Arcuri è pero evidente che “alleggerire le misure di contenimento significa essere in condizione di mappare tempestivamente i contatti. L’alternativa è semplice: le misure non possono essere alleggerite e dovremo continuare a sopportare i sacrifici di queste settimane”, senza l’uso delle applicazioni.

Il commissario ha quindi definito l’uso obbligatorio dell’app per alleggerire il lockdown e soprattutto di un “lasciapassare” per chi usa l’app “una farsa”. “E’ una farsa immaginare che possa uscire chi abbia scaricato l’app e chi non l’ha scaricata debba stare a casa”, ha aggiunto il commissario, ribadendo che l’utilizzo di ‘Immuni’ resterà “su base volontaria”. Smentita anche l’ipotesi di un braccialetto in alternativa all’app: “Ovviamente no, ci sarà un app e questo sarà utilizzato per il contact tracing”, ha sottolineato Arcuri.

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