La loro è una corsa contro il tempo nel tentativo di produrre il maggior numero di ventilatori polmonari nel più breve tempo possibile: fino a 125 a settimana. Ma da lunedì, ad aiutare i 35 dipendenti della fabbrica in Valsamoggia, vicino Bologna, sono arrivati 25 tecnici dell’esercito.

È quanto sta succedendo alla Siare Engineering, unica azienda italia a produrre respiratori per i reparti di terapia intensiva, strumento decisivo per salvare i casi più gravi di Covid-19. La scelta di affiancare gli operai, che da giorni lavorano senza sosta con turni fino a 15 ore, con personale militare parte da una decisione condivisa tra la protezione civile e la presidenza del Consiglio. E così, come non accadeva dai tempi della Seconda guerra mondiale, militari entrano nelle aziende private. Un tempo per riconvertire la produzione ai fini bellici, oggi per salvare quante più vite possibile tra le corsie degli ospedali.

Il direttore generale dell’azienda, Gianluca Preziosa, ha messo a disposizione dello Stato l’intera produzione di ventilatori polmonari, alla metà del prezzo di mercato, e mettendo da parte le commesse degli altri clienti, provenienti soprattutto dal Sudest asiatico.

Tra qualche giorno, quando sarà completata la fase di addestramento del personale militare da parte dei tutor della Siare, la produzione entrerà a pieno regime, per una media di  di 500 respiratori al mese e 2 mila entro luglio, quando, si spera, l’emergenza sarà già terminata.

Avatar photo