Era stata una misura chiesta da più parti per far fronte all’emergenza coronavirus. E adesso l’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) dà l’annuncio con una circolare: via libera alle assunzioni di medici e infermieri in pensione da parte delle regioni e delle provincie autonome. All’interno della circolare anche le istruzioni operative. Gli incarichi potranno essere conferiti anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa di personale, nei limiti delle risorse indicate dal decreto del 9 marzo.

Il personale andato in pensione con Quota 100 potrà lavorare cumulando la pensione con l’attività straordinaria intrapresa per affrontare il coronavirus. “Nei confronti del personale medico e di quello infermieristico – si legge nella circolare – già titolare di trattamento pensionistico quota 100, al quale sono stati conferiti incarichi di lavoro autonomo per fare fronte all’emergenza COVID-19, non trovano applicazione le disposizioni in materia di incumulabilità tra pensione e reddito da lavoro autonomo”.

Proprio ieri Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, la più colpita dal contagio in Italia, aveva rivolto un appello a medici e infermieri andati in pensione negli ultimi due anni “che svolgono le loro attività in strutture private” o “che pur essendo specialisti in rianimazione o pronto soccorso fanno lavori che non fanno parte del servizio pubblico” per mettersi a disposizione della struttura ospedaliera nella Fiera di Milano per fronteggiare la pandemia. Anche Stefania Saccardi, assessore alla Sanità della Regione Toscana, aveva dichiarato al La Nazione della necessità di richiamare un centinaio di operatori – medici dell’emergenza urgenza, infettivologi, anestesisti, rianimatori, pneumologi – andati in pensione negli ultimi due o tre anni.

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, aveva fatto sapere ieri che sono saliti a 2.629 gli operatori sanitari contagiati da coronavirus. Un’elaborazione – condotta su dati concessi dall’Istituto Superiore di Sanità – rivela che la statistica rappresenta l’8,3% dei casi totali. “Una percentuale più che doppia rispetto alla Cina”, ha dichiarato Cartabellotta.

Redazione

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