Affetto dall'infiammazione il 10-15% delle donne in età riproduttiva
Cos’è l’endometriosi: sintomi, cura e diagnosi della sindrome da “ciclo doloroso” raccontata da Giorgia Soleri
Non esiste ancora una cura definitiva contro l’endometriosi: lo ha ricordato Giorgia Soleri, influencer e attivista, nota anche per essere la compagna del cantante dei Maneskin Damiano David ma soprattutto per il suo impegno sociale e pubblico sul tema della malattia invalidante che colpisce tra il 5 e il 10 per cento delle donne in età riproduttiva, con picchi tra i 25 e i 35 anni. Soleri ha raccontato il suo percorso, un calvario di dolore e apprensione, in occasione della Giornata Internazionale dell’endometriosi del 28 marzo. Ha postato sui social le immagini scattate dopo l’intervento e durante la degenza.
L’endometriosi “urlava – ha raccontato in un lungo post su Instagram – come avrei voluto urlare io dopo le decine e decine di visite fatte snocciolando i miei sintomi uno dopo l’altro per sentirmi dire, in continuazione, che ero in perfetta salute. come avrei voluto urlare quando il dolore era così forte da farmi rimettere e svenire, quando a 14 anni ho avuto il menarca e mentre tutti erano entusiasti io scoprivo troppo presto un corpo che ti si rivolta contro”. Senso di inadeguatezza e di nausea, il dolore “anche quando non avevo le mestruazioni, anche durante la minzione, la defecazione, i rapporti sessuali”. Otto anni per la diagnosi, e “un anno fa, il 21 Marzo, ricevevo la mia diagnosi di endometriosi e adenomiosi, 5 mesi dopo, il 20 Agosto, finivo sotto i ferri sperando di poter finalmente iniziare una vita lontana dal dolore. sono stata fortunata (non sempre è così), l’intervento ha ampiamente diminuito la sintomatologia dolorosa legata all’endometriosi”.
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Si tratta di una malattia infiammatoria cronica: è causata dal tessuto endometriale, mucosa, fisiologicamente all’interno dell’utero che va però a posizionarsi in sedi anomale presso gli organi genitali femminili e il peritoneo pelvico. Ovaie, tube, utero, vescica, retto. “L’arrivo e l’insediamento delle cellule endometriali negli organi pelvici è legato alla cosiddetta mestruazione retrograda. In pratica – ha spiegato a Il Corriere della Sera Paolo Vercellini, ordinario di Ostetricia e Ginecologia all’Università degli Studi di Milano e direttore di ginecologia presso la Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano – quando l’endometrio si stacca dall’utero per essere espulso insieme all’ovulo non fecondato e al sangue durante la mestruazione, può capitare che alcune cellule vengano spinte in direzione opposta dalle contrazioni uterine. In alcuni casi queste cellule riescono a impiantarsi nella pelvi e a moltiplicarsi, dando così origine a ‘isole’ di endometrio”.
Il dolore si manifesta a livello pelvico e soprattutto in fase peri-mestruale, mestruazioni dolorose (dismenorrea), durante i rapporti sessuali (dispareunia) e nella defecazione e perfino nella minzione. Può interessare la donna già alla prima mestruazione (menarca) e accompagnarla fino alla menopausa. Proprio il dolore è il sintomo, il campanello d’allarme, soprattutto se gli antidolorifici non portano sollievo. L’endometriosi è causa di sub-fertilità o infertilità (30-40% dei casi) e l’impatto della malattia è alto ed è connesso alla riduzione della qualità della vita e ai costi diretti e indiretti. La diagnosi, in passato chirurgica, avviene oggi su un’analisi della storia medica e dei sintomi da parte dei ginecologi. A volte vengono usate le ecografie.
L’American Society for Reproductive Medicine (ASRM) ha distinto quattro diversi stadi, a seconda del dolore e della gravità dei danni, della patologia: dalla minima alla lieve, alla moderata alla grave. La malattia al momento non è curabile in via certa e definitiva con un singolo trattamento chirurgico o farmacologico. Si va da condotte di controllo e attesa nei casi meno allarmanti, a terapie farmacologiche che intervengono sui sintomi tramite farmaci a base di progesterone o le associazioni estro progestiniche (pillola anticoncezionale), al ricorso alla chirurgia nei casi più gravi con laparoscopia. I tassi di recidiva restano comunque alti e né i sintomi né l’infertilità possono trovare una soluzione sicura dopo l’operazione.
Si consigliano anche alimenti ricchi di fibre, che aiutano le funzioni digestive e intestinali e abbassano il livello ematico degli estrogeni, e di acidi grassi Omega 3. Circa tre milioni di donne, secondo i dati riportati dall’IRCCS Humanitas di Milano, ne soffrono in Italia. La diagnosi avviene nel 40% dei casi circa in via accidentale. A dare un sostegno prezioso per le donne affette da endometriosi sono le associazioni di pazienti come APE onlus (apendometriosi.it) e Aendo (aendoassociazione.com). Spesso l’endometriosi viene associata alla vulvodinia: sensazione di forti dolori che interessano in particolare la mucosa vulvare e che si presentano durante l’atto sessuale o spontaneamente. Secondo l’ipotesi più accreditata dagli specialisti, la vulvodinia è un “disturbo correlato ad un’eccessiva risposta dei mastociti ad uno stimolo infiammatorio”.
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