Il tavolo di confronto è stato prorogato fino alle 18, ma il programma che doveva essere stilato dai capigruppo di maggioranza col presidente della Camera Roberto Fico, incaricato da Sergio Mattarella con un mandato esplorativo, resta in alto mare. Questa sera infatti Fico salirà al Quirinale e quasi sicuramente chiederà al presidente della Repubblica un supplemento di tempo per arrivare alla soluzione del rebus sul Conte ter.

IL LODO ORLANDO SULLA GIUSTIZIA – Il nodo da sciogliere questa mattina era quello sulla giustizia. Proprio sulla relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede il governo Conte 2 rischiava infatti di cadere al Senato non avendo i numeri di Italia Viva.

Un tentativo di assist ai renziani è arrivato stamane dal vicesegretario del Pd Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia, che ha proposto un “lodo” sulla prescrizione che ha trovato una parziale apertura dal Movimento 5 Stelle, mentre Italia Viva ha già detto no.

In cosa consiste il lodo Orlando? Il vice di Nicola Zingaretti ha proposto che la maggioranza si impegni a portare avanti il ddl sulla riforma del processo penale, che accorcia i tempi dei processi, e che se entro sei mesi non viene approvato allora si metterebbe mano alla prescrizione. Fonti di Italia Viva hanno però rispedito al mittente la proposta: “Non c’è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale”.

Intercettato telefonicamente dall’Agi, Orlando ha rivendicato la sua operazione sulla giustizia: “Ci sembrava utile offrire un contributo per sbloccare questa situazione e abbiamo avanzato una proposta per mettere in discussione quello che finora è stato un tabù: la immodificabilità della norma Bonafede”. L’ex ministro ha spiegato quindi che “partendo da quella che era stata la proposta di Walter Verini, mi sembrava importante mettere in moto un meccanismo positivo che chiedeva al M5s di rimuovere la immodificabilità. Dal M5s c’è stata una inattesa apertura, mentre da Italia Viva è arrivato un No. Speriamo di potere proseguire su questa proposta”, aggiunge il vicesegretario Dem.

IL NODO CONTE – Secondo Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato, il nodo resterebbe, più che il programma, quello di Giuseppe Conte. “Sicuramente questo tavolo è utile, ma non è qui che si scrive il programma del governo. Questo lo si fa assieme al presidente del Consiglio incaricato. Finché non si scioglie questo nodo, qualsiasi lavoro è utile ma non decisivo”, ha spiegato la senatrice durante una pausa caffè del tavolo sul programma in corso a Montecitorio.

ITALIA VIVA: “NON CHIEDIAMO POLTRONE” – Dal fronte di Italia Viva arrivano parole arrivano parole che non faranno dormire sogni tranquilli al premier uscente. “Non sono così sicuro che sia certo un Conte ter, stiamo ancora discutendo.  Io dico 50% di probabilità di governo politico e 50% di governo istituzionale”, ha spiegato ad Agorà Rai Tre Ivan Scalfarotto, parlamentare di Italia Viva, in merito alle trattative per la formazione del nuovo governo.

Per la capogruppo renziana Maria Elena Boschi, invece, la battaglia del partito non è sulle poltrone ma sul merito dei temi. “Anche oggi polemiche su di me. Italia Viva ha chiesto al Governo di prendere il Mes, non di prendere Meb. Come al solito i 5stelle non leggono fino in fondo. O non capiscono. Servono soldi per la sanità, non poltrone per noi“, scrive su Twitter.

FORZA ITALIA STOPPA MAGGIORANZA URSULA – Un segnale di crisi ulteriore arriva, almeno sulla carta, dal vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. Sull’ipotesi che gli azzurri possano partecipare a un governo con Pd, M5S e Italia Viva ma senza Lega e Fratelli d’Italia, la cosiddetta “maggioranza Ursula”, Tajani è categorico: “Non esiste la sostanziale unità del Paese se manca mezzo Paese. Voglio dire una cosa chiara e netta: la maggioranza Ursula in Italia non esiste. Si è realizzata a Bruxelles perché a guida Partito Popolare Europeo, che ha vinto le elezioni, al quale gli altri si sono accodati”.

RENZI AI SUOI: “ARROCCO SUI NOSTRI TEMI, CERCHERMO INTESA” – Prima della ripresa pomeridiana del tavolo, nella riunione con i suoi parlamentari, Matteo Renzi avrebbe spiegato che c’è “un sostanziale arrocco sui temi di merito sui quali non vogliono fare nessun passo in avanti“. Per il leader di IV la trattativa non avrebbe dunque permesso sostanziali passi in avanti su Mes e giustizia, ma neanche sui nomi, denunciando il veto su Teresa Bellanova come possibile nuovo ministro del Lavoro.

CARELLI LASCIA IL M5S – Nel corso della seconda giornata di tavolo di governo va registrata anche una nuova importante defezione all’interno del Movimento 5 Stelle. Il deputato Emilio Carelli infatti ha annunciato l’uscita dal gruppo parlamentare. Il giornalista denuncia come il Movimento abbia “perso la sua anima” e di aver assistito ” a scelte sbagliate che non ho condiviso, persone sbagliate e incompetenti nei posti sbagliati che non ho condiviso. Ed ogni volta che ho cercato di esprimere il mio parere, di portare un contributo corroborato da oltre 40 anni di esperienza professionale, sono rimasto inascoltato”. Quanto agli ultimi giorni, l’ex giornalista è perentorio: l’ex direttore di Sky TG24 parla di “triste spettacolo di queste ultime settimane“.

Contestualmente all’uscita dal Movimento, Carelli ha annunciato il lancio di una nuova formazione politica, “Centro – Popolari italiani”, per accogliere altre possibili fuoriuscite dal Movimento: “Sarà una componente moderata, di centrodestra, che vuole rappresentare il primo passo verso la costituzione di un nuovo gruppo parlamentare che vorrei in sintonia col Ppe”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia