L'aneddoto dietro al successo mondiale
Cutugno e L’Italiano rifiutato da Celentano: “E’ nata in Canada al ristorante, Adriano non volle cantarla perché la gente già lo sa”
Quel brano diventato famoso in tutto il mondo non doveva cantarlo lui, Toto Cutugno, scomparso nel primo pomeriggio di martedì 22 agosto all’ospedale San Raffaele di Milano dopo una lunga malattia. A raccontarlo lo stesso cantautore qualche anno fa nel corso della trasmissione Che Tempo Che Fa condotta da Fabio Fazio. L’Italiano “è nato in Canada. Eravamo a mangiare con i miei musicisti nel ristorante dove avrei fatto poi il concerto. Siccome loro portavano sempre le chitarre perché a volte si suonava, mi han dato la chitarra, ho fatto un “la” minore, “lasciatemi cantare con la chitarra in mano“, ho preso un pezzo di carta, ho scritto un rigo musicale e poi le note”.
Cutugno spiegò poi la reazione e il rifiuto di Adriano Celentano: “Son tornato a Milano, vado da Popi (Cristiano, ndr) Minellono e ha scritto questo capolavoro. L’abbiamo fatto per Celentano, andiamo da lui che stava facendo Il Bisbetico domato, andiamo in roulotte e gli diciamo ‘Adriano questa è una canzone pazzesca‘. Lui ha sentito la canzone, l’ha riascoltata e poi ha detto semplicemente queste parole ‘Questa canzone non la farò mai perché non ho bisogno di dire sono un italiano, sono un italiano vero, perché la gente lo sa già“.
A convincere Cutugno a interpretare quel brano diventato poi famoso in tutto il mondo fu Gianni Ravera, organizzatore del Festival di Sanremo nel 1983. L’Italiano scala le classifiche europee (in Italia raggiunge la prima posizione e rimane nella Top 10 per settimane), viene poi inciso e tradotto da vari artisti in diverse lingue, vendendo milioni di dischi. Nonostante il quinto, la canzone vince la votazione popolare.
È morto Toto Cutugno. Il cantante aveva 80 anni. Un italiano vero pic.twitter.com/RPyLsRfNtg
— Poesia (@Poesiaitalia) August 22, 2023
Anche Celentano ricorda il suo rifiuto e l’insistenza di Cutugno: “Ricordo che eravamo in macchina… una cinquecento credo, e tu insistevi perché io incidessi “L’italiano”. Una superbomba appena ultimata la notte prima che ci vedessimo” scrive sui social l’artista. “Non ho dormito tutta la notte” -mi dicesti- “pensando al successo che faremo, tu come interprete, e io come autore”, il brano era davvero forte! Ma ciò che più di tutto mi frenava era proprio la frase più importante: “IO SONO UN ITALIANO VERO”.
Una frase oltretutto insostituibile, in quanto è proprio su questa che si regge l’intera impalcatura di quella grande opera. E io sentirmi pronunciare: “SONO UN ITALIANO VERO” mi sembrava di volermi innalzare. Lui non credeva alle sue orecchie: “ma non capisci che è proprio questo il punto, io l’ho scritta pensando a te, perché tu sei davvero un italiano vero“. Si lo so”- gli dissi io- “però non mi va di dirlo io…”. Non sempre ma a volte la troppo scrupolosità si può trasformare in una cazzata mondiale. Però nonostante tu l’abbia cantata come l’avrei cantata io, oggi, se la dovessi ricantare la canterei esattamente come l’hai cantata tu! Eri e rimarrai, un grande indimenticabile! Ti voglio bene. Adriano”.
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