Abbiamo deciso di parlare anche questa settimana di Salva Milano, o meglio di tutta la vicenda – giudiziaria, ma soprattutto politica – che vi è sorta attorno. La nostra opinione è stata ed è che una norma condivisa – che stabilisca una volta per tutte come Milano possa proseguire nel suo percorso di sviluppo edilizio e urbanistico, sgomberando il campo da incertezze, speculazioni normative e inchieste – rimanga un passo urgente e indispensabile.

Il problema è confondere i palazzi di giustizia con quelli dove si governa e amministra. L’azione della magistratura, con la politica. Un gioco vecchio, che ogni tanto qualcuno torna a fare, che a noi non piace. Lunedì scorso tutta la vicenda è approdata in un Consiglio comunale imbarazzante e doloroso, nel quale l’assessore alla casa Bardelli ha rassegnato le dimissioni e il sindaco Sala ha ufficialmente annunciato il ritiro dell’appoggio al Salva Milano.

Non è una resa”, ha affermato Sala. Ma è stato chiaro che il fianco era scoperto e che la questione Salva Milano si sarebbe portata dietro in modo deflagrante tutte le criticità pregresse.
Già giovedì, infatti, non solo viene frettolosamente sostituito Bardelli, ma il tema alloggi, edilizia e rigenerazione è spacchettato tra la new entry Fabio Bottero (edilizia residenziale pubblica) e l’affidabile Emmanuel Conte che amministrerà il piano casa (definito ora “straordinario”), insieme a Bilancio e Demanio. Ma a dimostrazione della delicatezza del momento, arriva anche la funzione di indirizzo per la sicurezza che il sindaco prende su di sé. Un cambio di passo, si spera in tempo.

Ambrogio

Autore