L’imposizione recente da parte degli Stati Uniti dei cosiddetti dazi reciproci su tutti i partner commerciali, fra i quali la Cina e l’Unione Europea, contrari alle leggi fondamentali dell’economia e ai principi del mercato, destinati a creare maggiore incertezza all’economia mondiale, costituisce un tipico atto di protezionismo, unilateralismo e bullismo economico. A tale comportamento incapace di risolvere i propri problemi e a scapito della comunità mondiale, la Cina si oppone con fermezza e determinazione.

L’imposizione arbitraria dei dazi è sinonimo di autolesionismo

Ai dazi reciproci i mercati finanziari hanno reagito con cali repentini. Il giorno successivo Wall Street ha salutato i dazi con un forte callo, nel lasso di due giorni seguenti, ha cancellato quasi 5.000 miliardi di dollari del valore. I mercati hanno dato una risposta basata su un ragionamento lucido alla decisione arbitraria statunitense, e i dazi contro tutti a ogni è come sputare in aria. Gli economisti di spicco, fra i quali Paul Krugman, Jeffrey Sachs, Lawrence Summers, hanno rilevato che i dazi porteranno a un calo della produttività negli Stati Uniti stessi, aumentando ulteriormente il prezzo del petrolio e il tasso di disoccupazione, con perdite previste pari a 30.000 miliardi di dollari e un’accelerazione della recessione economica americana.
Dal punto di vista del commercio multilaterale e bilaterale, gli Stati Uniti rappresentano solo il 15% del commercio mondiale. Anche se interrompessero completamente le importazioni, gli altri paesi potrebbero compensare l’impatto entro cinque anni. Circa il 70% delle economie mondiali commercia più con la Cina che con gli Stati Uniti, mentre l’Unione Europea e i membri del Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP) rappresentano il 34% del commercio mondiale. Il rafforzamento della cooperazione tra i paesi potrebbe accelerare il passo dell’economia mondiale verso una “globalizzazione caratterizzata dal ruolo secondario degli USA” o addirittura verso una “semi-globalizzazione senza USA” .

La Guerra dei dazi è una dichiarazione di guerra a tutti i paesi

In primo luogo, dannegia gravemente l’ordine commerciale globale. Le tariffe deffenrenziate attuate dagli Stati Uniti violano il principio di non discriminazione tra i membri dell’WTO, infrangendo le regole del commercio internazionale. Secondo le stime dell’OMC, i dazi americani potrebbero causare una contrazione dei volumi degli scambi di merci globali dell’1% nel 2025, cala quasi 4% rispetto alle stime precedenti.
In secondo luogo, ostacola lo sviluppo economico di tutti i Paesi. L’ultimo studio dell’OCSE mostra che per ogni aumento del 10% dei dazi statunitensi, la produzione economica globale sarà rivista al ribasso dello 0,3%, mentre la crescita dell’eurozona per quest’anno rallenterà al 1% a causa dell’impatto statunitense. Le politiche tariffarie USA danneggia il sistema commerciale multilaterale ed interrompe artificialmente la catena globale del valore, politicizza e arma le questioni economiche e commerciali, intensificando le contraddizioni tra molte parti, aumentando il rischio di scontri e violando il legittimo diritto di altri Paesi allo sviluppo.

La Cina promuove fermamente l’apertura e la cooperazione

In qualità di seconda economia mondiale e secondo mercato per consumo di materie prime, il contributo medio annuo della Cina alla crescita globale ha raggiunto circa il 30%, a prescindere da come cambierà la situazione internazionale, La Cina segue con fermezza una politica estera dell’apertura, continuerà a promuovere un alto livello di apertura verso il mondo esterno, a costruire un ambiente commerciale di prima classe caratterizzato da orientamento al mercato, legalità e internazionalizzazione, e a condividere le opportunità di sviluppo con tutto il mondo per ottenere vantaggi reciproci e risultati vantaggiosi per tutti. La Cina e l’Italia hanno basi profonde e ampie prospettive di cooperazione economica e commerciale. I dati delle Dogane Cinese mostrano che il valore degli scambi commerciali bilaterali ha raggiunto i 72,465 miliardi di dollari nel 2024 e ha superato i 70 miliardi di dollari per quattro anni consecutivi. La Cina è disposta ad approfondire attivamente la cooperazione pragmatica con l’Italia, è pronta a collaborare con l’Europa e con l’Italia, per opporsi al bullismo commerciale degli Stati Uniti, promuovendo la globalizzazione economica in una direzione più aperta, inclusiva, vantaggiosa ed equilibrata.

Liu Kan

Autore

Console Generale della Repubblica popolare cinese a Milano