Le parole del sindaco di Napoli
De Magistris e i vaccini, il delirio comunicativo: “Siamo tutti cavie, non sappiamo cosa ci siamo messi nel braccio”

“In questo momento siamo tutti cavie e non sapremo, se non tra qualche anno, cosa ci siamo messi nel braccio perché la sperimentazione è stata fatta per poco tempo e si cambia in continuazione”. Sono le parole di Luigi de Magistris, attuale sindaco di Napoli e candidato presidente alle prossime elezioni regionali in Calabria. Intervenuto a Tagadà su La7, l’ex magistrato si scaglia contro il governatore campano Vincenzo De Luca creando, allo stesso tempo, ulteriore allarmismo che prova poi a giustificare sottolineando che “in un momento del genere ogni persona di buon senso, anche chi ricopre incarichi istituzionali, non possa inventarsi scienziato, virologo, esperto del farmaco o ricercatore come fa De Luca. Dobbiamo – sostiene – affidarci ai medici, agli scienziati, ai ricercatori, al Cts e all’Iss”.
Dopo aver parlato di “cavie” e di “non sapremo cosa ci siamo messi nel braccio”, De Magistris auspica una “comunicazione più efficace” da parte degli “scienziati”, nella speranza che “le Regioni prima o poi finiscano di fare un protagonismo e una propaganda fine a se stessa e che i cittadini si affidino a ciò che ci viene dato”.
“Il 21 giugno è San Luigi, il mio onomastico, è l’inizio dell’estate e finisce il coprifuoco. Speriamo che sia un buon auspicio per tutti” ha poi aggiunto ricordando: “Dobbiamo essere sempre attenti – aggiunge -, guardinghi e misurati ma credo che sia giusto che si riprenda a vivere. È giusto che sia così, che riprendano le relazioni umane, le relazioni sociali, culturali, professionali, sportive, tutto ciò che ci mancava”.
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