Una foto diventata virale sui social in queste ore perché pubblicata su La Verità e sul Giornale finisce solo per creare ulteriore confusione. Basta lo stesso cognome per associare le due donne alla malavita  e di conseguenza anche il politico di turno. Un giochetto perverso che vede media e politici spesso protagonisti salvo poi invocare il garantismo quando a finire nel tritacarne è l’amico o alleato di partito.

Parliamo dello scatto che immortala il sindaco di Bari Antonio Decaro, al centro in questi giorni di una vera e propria aggressione politica da parte del governo Meloni, con Elisabetta Carpiati, detta Lisetta, sorella del boss di Bari vecchia Antonio Capriati (in carcere da anni e che ha 10 tra fratelli e sorelle), e la figlia Annalisa Milzi. Una foto con due donne incensurate che in questi giorni la propaganda di centrodestra sta utilizzando per screditare l’immagine del primo cittadino barese dopo l’invio dei commissari in Comune per valutare l’eventuale scioglimento per infiltrazioni mafiose in seguito ad una inchiesta su un presunto voto di scambio che coinvolge due consigliere comunali elette con il centrodestra…

Chi sono le due Capriati in foto

Dopo la parole di Emiliano e la precisazione di Decaro in seguito alla manifestazione di sabato scorso, lo stesso primo cittadino barese torna nuovamente a riepilogare, anche cronologicamente, i fatti manipolati da stampa e politica.  Prima, come detto, la smentita di aver incontrato la sorella del boss quando, “circa venti anni fa”, ricopriva l’incarico di assessore. Smentita arrivata anche dalla stessa Lina Capriati (e non Lisa) che domenica 24 marzo al Tg1 ha spiegato di non aver mai accolto in casa sua Decaro.

La foto in questione, dove invece è presente l’altra sorella del boss, Lisetta, risale allo scorso maggio 2023 in occasione della feste di San Nicola. Decaro è al centro con le due donne di lato, fuori alla loro attività commerciale (un negozio di abbigliamento).

Le parole di Decaro dopo la foto: “La mia verità”

In un video pubblicato sui profili social dal titolo “La mia verità”, Decaro commenta e chiarisce l’accaduto: “A me dispiace, io ho le spalle larghe e onestamente me la sono andata pure a cercare questa attività di fare il sindaco e quindi di ricevere attacchi giusti, non giusti che arrivano da più parti, in quest’ultimo periodo soprattutto da parlamentari del centrodestra. Però onestamente queste due persone, di cui ho oscurato il volto, non c’entrano nulla e non vedo perché si devono trovare la foto sui giornali nazionali e in tutte le trasmissioni di oggi solo perché hanno chiesto al sindaco di fare una fotografia davanti al loro negozio, come mi capita ogni giorno con decine e decine di persone anche su quella strada eh dove ci sta questo negozio chissà quante fotografie fatto con tante persone”.

Decaro contro centrodestra: “Prese dichiarazioni di pentito inattendibile”

Decaro commenta la conferenza stampa che vedrà nelle prossime ore protagonista il centrodestra pugliese: “Oggi mi ritrovo qui il centrodestra pugliese, da tutta la Puglia sono venuti qui i parlamentari nuovamente a fare una conferenza stampa. Hanno preso dichiarazioni di un pentito di sedici anni fa che erano state ritenute inattendibili e archiviate da parte dei magistrati che hanno indagato e che hanno anche detto che l’amministrazione comunale ha sempre contrastato la criminalità organizzata e l’hanno fatto diventare un fatto. Hanno mescolato questioni molto importanti rispetto alle inchieste di alcune persone che lavorano all’interno dell’azienda dei trasporti e l’hanno mescolate con questioni di carattere amministrativo legate al bilancio dell’azienda. Questioni sulle quali ho sempre risposto, nel senso che ho risposto quando mi hanno fatto le domande al question time in consiglio comunale, ho risposto quando una volta mi hanno chiamato in commissione e sono pronto a continuare a rispondere”.

La foto strumentalizzata: “Parenti che non hanno nulla a che vedere con boss”

Il sindaco spiega che “stamattina mi sono svegliato e ho trovato la mia faccia su alcuni giornali nazionali e con accostata tra l’altro al termine mafia. Quando ho visto questa fotografia ho oscurato i volti delle due signore. Io mi sono chiesto chi fossero e la prima cosa che ho fatto ho contattato le persone con le quali lavorato in questi anni sul tema del contrasto alla criminalità organizzata e anche dell’antimafia sociale. Ho chiamato innanzitutto l’ex comandante della stazione dei carabinieri della città vecchia e poi il l’ex dirigente della Polizia di Stato E abbiamo avuto difficoltà a rintracciare chi fossero queste due persone in fotografia. Poi – aggiunge – ho chiamato don Franco, il parroco della cattedrale, e abbiamo capito tutti insieme che sono due persone che diciamo sono parenti eh del boss Capriati ma che non hanno nulla a che fare con il resto della famiglia”.

Nipote boss al Tg1: “Era un selfie, adesso querelo”

“Non è possibile fare una foto, un selfie, mi dica lei? Mi dica se è normale. Io devo fare una querela adesso, non si dovevano permettere di usare la mia foto senza alcun consenso”. E’ quanto dichiara, intervistata dal Tg1, Annalisa Milzi, nipote del boss Tonino Capriati. “Chiesi al sindaco: è possibile fare una foto? – ha raccontato la donna – Lui ha risposto: assolutamente sì. Che c’entra ora associare altro”. Sul commento alla foto, pubblicata sui social da Milzi, c’è anche quello di Vincent Capriati, nipote del boss Tonino che scrive: ‘roba nostra’. Per le due donne immortalate nello scatto quelle due parole non hanno un significato particolare. “No dai, voi pensate sempre a male” rispondono al cronista.

Redazione

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