L’accostamento è di quelli che un tempo avrebbero generato un autentico terremoto ma oggi, in un Movimento 5 Stelle che ha sacrificato l’identità sull’altare del governismo, partecipando ad esecutivi con Lega, Pd, Italia Viva e Forza Italia in una sola legislatura, passa quasi sottotraccia.

I 5 Stelle infrangono quindi gli ultimi tabù, quelli della famiglia Benetton e della Tav. Contro i noti imprenditori i grillini dopo la tragedia del Ponte Morandi si erano intestati una battaglia per chiedere la revoca della concessione; contro la linea ad alta velocità avevano battagliato per impedire il tunnel in val di Susa per il completamento della linea Torino-Lione.

Di fronte a due questioni identitarie Luigi Di Maio non ha avuto alcuna remora nell’indicare Giorgio Sorial, ex deputato grillino e vice capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico quando il dicastero era guidato proprio da Di Maio, a capo della società del Traforo del Monte Bianco.

Lo scorso febbraio infatti, come riferisce il Corriere della Sera, con un decreto del governo su proposta del ministro degli Esteri, guidato da Di Maio, era stato indicato il 37enne Sorial per il CdA della Monte Bianco. Al fianco di Sorial nel Consiglio siedono i manager di Autostrade per l’Italia, la società controllata da quella famiglia Benetton ostracizzata in pubblico dal Movimento 5 Stelle. Famiglia Benetton che possiede il 51% delle quote della società del Traforo del Monte Bianco, una pubblico-privata fondata nel lontano 1957 per gestire la parte italiana del tunnel che separa l’Italia dalla Francia.

Sembra passata una era zoologica da quando, il 12 novembre 2013, Sorial espose assieme alla collega Laura Castelli, viceministro dell’Economia, una bandiera No Tav a Montecitorio

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia