Lo ammetto, le mie sono le parole di chi è innamorato della sua Città e ha con questa un rapporto viscerale, per i sentimenti che mi legano indissolubilmente a luoghi, sensazioni e persone care, fin da bambino, da sempre. Ho accettato l’invito de Il Rifomista pur temendo di non poter descrivere con distacco Diamante, la Città di cui mi onoro di essere Sindaco. L’ho fatto, stimolato dal titolo di questa rubrica. Sì Diamante non è Ibiza, e io in cuor mio, senza togliere nulla a questa ambita meta del turismo europeo, voglio pensare che Diamante sia qualcosa di diverso e che chi la visiti porti con sé un ricordo più profondo, non legato al divertimento fine a stesso, a un tipo di turismo usa e getta.
Io vorrei che Diamante fosse ricordata come un luogo dell’anima. Anzi, sono certo che sia così, da sempre. L’ho capito viaggiando in Italia e all’estero, per i miei impegni. Ho sempre colto, infatti, l’illuminarsi di un sorriso, un’espressione di piacevolezza nello sguardo di tutti quelli che mi hanno detto, e sono stati davvero in tanti, di conoscere Diamante, “La perla del Tirreno” come la definì Matilde Serao. La grande scrittrice e giornalista si innamorò probabilmente, di quel borgo che ha la suggestiva caratteristica di essere proteso sul mare. Un borgo che racconta, in ogni vicolo, storie di tenacia marinara, di grandi ingegni, di fede e di devozione verso l’Immacolata Patrona della Città. E proprio nel cuore del centro storico il fulcro di quella fede: la Chiesa Madre, dal febbraio 2022 aggregata alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma e luogo di culto che merita una visita per la sua bellezza e le espressioni artistiche e di fede che contiene.

L’antico borgo marinaro con il suo immutato fascino, nel corso degli anni, ha conquistato la scena del turismo nazionale, divenendo tra le mete di vacanze più apprezzate del sud Italia, luogo di relax e divertimento per famiglie e giovani grazie anche alle strutture turistiche e ricettive di eccellenza. Qualcuno, ora, definisce Diamante La Dea Blu, perché si adagia come una meravigliosa divinità con la sua bellezza suadente sulle coste dell’Alto Tirreno cosentino, in quel tratto chiamato Riviera dei Cedri, per l’agrume, che da queste parti si coltiva. Il mare, è, naturalmente, elemento dominante che regala panorami di rara bellezza, tramonti da cartolina, spiagge tutte da godere, scogliere e promontori con scenari da romanzo. Diamante è amata da tanti ma vuole piacere in maniere sostenibile e attenta al suo ambiente, se è vero che da tre anni, consecutivamente, è stata insignita della bandiera blu, è un comune Plastic Free e di recente ha ottenuto tre vele nella guida di Legambiente e Touring Club.
Il primo consiglio che mi sento di dare, a chi verrà a Diamante è quello di partire da una passeggiata sul Lungomare Fabiani – Mancini. Realizzato negli anni 60, a una ventina di metri sul mare, offre un palcoscenico unico, da cui si può godere di uno scenario naturale marino che guarda all’orizzonte e abbraccia anche i monti alle spalle del paese, perché il Pollino in fondo non è molto distante dalla costa. Non ci si può sottrarre allora a percorrere, sul lungomare, quelle che qui chiamano “vasche” per chiacchierare, ammirare il paesaggio, riflettere.

E sì a Diamante piacevolezza del vivere e bellezza si abbracciano, camminano insieme, coinvolgono i sensi, uniscono la bellezza al gusto e all’arte. Diamante con i suoi colori, è la Città dei Murales “il paese dei nasi all’insù”, una delle città più dipinte d’Italia. Nel 1981 il genio di Nani Razetti, noto pittore di origini liguri che aveva sposato una diamantese, incontrò la visione di un sindaco lungimirante, Evasio Pascale. Partì così la prima operazione murales, e da allora, anno per anno, più di trecento di dipinti hanno reso la città una sorta di pinacoteca all’aperto, che ha saputo accogliere generi artistici diversi fino ad arrivare alla Street art degli ultimi anni e ospitare un artista come Jorit, acclamato esponente della Street Art italiana. Colori che si aggiungono ai colori della natura. E c’è un colore, nel gusto, che domina su tutti: è il rosso intenso del Peperoncino. Si perché Diamante, grazie alla geniale idea del giornalista Enzo Monaco, è dal 1992 la capitale riconosciuta della spezia più piccante, sede dall’Accademia Italiana del Peperoncino e luogo dove ogni anno, a settembre, si svolge il Peperoncino Festival, richiamo ogni anno per migliaia di visitatori. Invito tutti, quest’anno dal 6 al 10 settembre per la trentunesima edizione dell’evento ad immergervi in questa festa davvero per tutti. Gastronomia, spettacoli, grandi ospiti, eventi culturali, artisti di strada. Un omaggio festoso al Re Peperoncino e l’occasione per declinare nei più svariati modi la parola piccante. Una grande kermesse tra le più premiate e conosciute al mondo, certo, ma anche e soprattutto un grande evento culturale che porta Diamante, per qualche giorno al centro del dibattito politico e culturale nazionale.

Ibiza, non me ne vogliano, non ha il Peperoncino Festival così come non potrebbero possedere la millenaria storia di Cirella, frazione di Diamante, scrigno di bellezza e di antichissime testimonianze storico – archeologiche. Cirella dà anche il nome alla suggestiva isola, parte del Parco Marino della Calabria e poco distante dalla costa, come una placida creatura marina che spezza la vista dell’orizzonte, sovrastata da un’antica torre di guardia, costruita dai normanni a difesa delle incursioni saracene. Si, perché Cirella riecheggia di storie antiche di incursioni, battaglie, traffici commerciali nel Mediterraneo. La sua storia rivela tracce fin dal Paleolitico e narra poi di un fiorente porto magnogreco e romano. E se l’attuale Cirella è una deliziosa località turistica sede ogni anno di una conosciuta manifestazione dedicata al vino e alla cultura, come Calici Sotto le Stelle, sulla collina dalla quale si può godere un panorama straordinario, restano come testimonianza del passato i Ruderi dell’antica città medievale. Poco distante il Convento costruito dai frati dell’Ordine dei Minimi nel 1545 e consacrato al culto di San Francesco di Paola. Abbandonato nel 1810 a seguito delle leggi napoleoniche negli ultimi anni a seguito di importanti interventi di restauro il Convento è tornato ad essere luogo di culto e sede di eventi culturali.

Tra i Ruderi e il Monastero, sorge dal 1994 il Teatro dei Ruderi, una struttura in stile greco all’aperto, location di importanti musicali e teatrali che ha ospitato i più grandi nomi della musica e del teatro e che quest’anno sarà protagonista di una stagione estiva che vede protagonisti, tra gli altri, i fenomeni giovanili Geolier e Madame. Cirella è questo e altro, come la storica Chiesa di Santa Maria dei Fiori e il suo spettacolare e fiabesco promontorio proteso sul mare luogo che merita assolutamente una visita. Scrisse Guido Piovene che “La Calabria sembra essere stata creata da un Dio capriccioso che, dopo aver creato diversi mondi, si è divertito a mescolarli insieme”. Diamante, questi mondi, li racchiude in sé mirabilmente. È destino del suo nome che richiama un gioiello ricco di preziose sfaccettature che meritano, di essere vissute in ogni periodo dell’anno. Per questo Diamante non è e non vuole essere Ibiza, perché ha l’ambizione di essere meta di viaggiatori in cerca di esperienze autentiche, non di turisti frettolosi. Chi lo comprende e vuole scoprire l’animo autentico di questa parte di Calabria si troverà piacevolmente coinvolto in un caleidoscopio di bellezza e di emozioni che coinvolgono tutti i sensi.
Lo stupore è il sentimento che predomina in chi scopre Diamante per la prima volta. Un sentimento che, a dire il vero, non abbandona mai anche chi questi posti li vive da sempre. Lo so, le mie sono le parole di chi è innamorato della sua Città, un amore sincero, di cui non potrei fare a meno e che vorrei condividere con chi vuole conoscere l’autentica bellezza della mia terra, e non rivolgerle uno sguardo distratto e superficiale.

Ernesto Magorno

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