Economia
Domani arrivano i dazi, per Trump è “il giorno della liberazione”. Borse al tappeto e i mercati non sanno che direzione prendere
Il presidente Usa annuncerà le nuove tariffe sulle merci importate. I timori per la recessione globale mandano in tilt gli investitori occidentali ma il mercato finanziario europeo sta reggendo meglio di quello americano

Il “Liberation Day” proclamato dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, semina il panico nelle Borse occidentali. Nella giornata di domani, 2 aprile, Washington annuncerà i dazi sulle merci importate negli Usa, e per questo il numero uno della Casa Bianca ha scelto di chiamarlo “giorno della liberazione”. La mancata definizione dell’ammontare delle tariffe, l’incertezza su quali saranno i Paesi colpiti e, soprattutto, i timori per una recessione globale hanno mandato in tilt gli investitori occidentali che hanno preferito vendere nella giornata del 31 marzo. Piazza Affari va a picco con un -1,8%. Non fanno meglio Parigi (il Cac40 segna -1,6%), Francoforte con -1,3% e Londra con -1%. Nubi si addensano anche sul listino americano: Wall Street è in scia con le Borse occidentali e con quelle orientali che nella mattinata di ieri hanno chiuso ampiamente negative.
Le aspettative
A preoccupare sono soprattutto le incertezze legate alla politica tariffaria di The Donald. I “dazi reciproci” invocati dall’amministrazione americana al momento rappresentano una locuzione fumosa dalla quale i mercati non riescono a comprendere che direzione prendere. Una “guerra commerciale” con i partner europei e con la Cina, temono gli investitori, farebbe innescare un periodo di forte turbolenza nell’economia globale fino a includere anche il timore di una recessione. Superati i primi 100 giorni della sua amministrazione, anche gli indici della Borsa di New York sono andati a picco. Dopo l’entusiasmo iniziale per la “golden age” invocata proprio dall’inquilino della Casa Bianca, gli investitori a stelle e strisce hanno cominciato a tirare i remi in barca e a risentirne maggiormente è stato proprio il mercato azionario di Wall Street. Non dimentichiamo che il 2024 è stato un anno d’oro per la Borsa americana, che ha potuto contare su diversi mesi di rialzi. Da febbraio, però, le cose sono cambiate. L’indice Dow Jones Industrial Average, dopo il picco all’inizio del mese scorso, ha perso in media oltre il 6%. Anche lo Standard and Poor’s 500 segna un calo medio dell’8%. Per non parlare del Nasdaq, l’indice tecnologico, che ha perso il 6%. Nello stesso periodo anche gli indici europei hanno avuto un andamento misto, ma l’indice “Stoxx Europe 600” – rappresentativo del mercato europeo – registra un +7%. Il mercato finanziario europeo sta reggendo meglio di quello americano.
Il bilancio della Banca d’Italia
Per capire bene il periodo economico complesso che stiamo vivendo, viene in nostro aiuto il bilancio della Banca d’Italia. Nel 2024, infatti, l’istituto di via Nazionale registra una perdita lorda di 7,4 miliardi di euro: un record per la Banca centrale. Il motivo del “rosso” sta nel rialzo dei tassi di interesse che la Bce ha applicato nei mesi scorsi. Tassi più alti comportano la necessità di Bankitalia di pagare più interessi sui depositi bancari, mentre i titoli di Stato detenuti adeguano più lentamente i propri rendimenti.
Come spiega il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, “il rialzo dei tassi di riferimento avviato nel 2022 ha determinato un aumento della remunerazione delle passività di bilancio, senza un miglioramento del rendimento delle attività di politica monetaria”. Panetta poi mette in guardia sulle prospettive dell’economia: “L’incertezza resta elevata, alimentata dalle persistenti tensioni geopolitiche e commerciali. Questo contesto penalizza gli scambi internazionali contribuendo al rallentamento dell’attività produttiva. L’economia europea risente in modo particolare di queste dinamiche a causa della sua forte esposizione al commercio estero”.
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