Il ritratto
Don Lorenzo Milani, il prete che odiava il merito e restò solo

Con Università e pecore, suggestiva e frizzante grafic novel sulla vita di don Lorenzo Milani (Feltrinelli Comics), disegnata e scritta dalla pronipote Alice, siamo sempre dalle parti di Pierino e Gianni, gli indimenticabili protagonisti di Lettera a una professoressa. Eccoli qui ancora fra noi: il bambino avvantaggiato, che prima di entrare in aula, è andato al cinema e a teatro, sa giocare a tennis, conosce tanti vocaboli, frequenta persone altolocate, e quello svantaggiato, che non ha mai letto un libro in vita sua, proviene da una famiglia difficile, parla in dialetto e il pomeriggio si fa le canne dietro al muretto con gli amici. Entrambi si presentano all’interrogazione e recitano la lezione prendendo la sufficienza. Questo significa, ora e sempre, “fare le parti uguali fra diseguali”. Se al primo dai sei, al secondo dovresti dare almeno otto per marcare la diversa posizione di partenza, premiando il movimento registrato dagli studenti, e poi certo anche il traguardo.
Parole (sante) del priore di Barbiana costantemente tradite dai cosiddetti standard di valutazione oggettiva che vanno per la maggiore. Piccolo recente aggiornamento bibliografico sulla spinosa questione: Contro l’ideologia del merito di Mauro Boarelli (Laterza). Sintetizzabile così: non solo i deboli hanno bisogno dei forti, vale anche il contrario. Da spiegare a tutti quei genitori che, con l’intenzione di proteggere i propri pargoletti, li iscrivono in istituti speciali, col risultato di farli crescere in un acquario fiorito. Ma chi era Pierino?
Don Lorenzo pensava innanzitutto a se stesso, alla sua vita privilegiata che si gettò alle spalle per indossare gli scarponi sporchi di fango e mettersi dalla parte degli ultimi, come ci raccontò in una memorabile biografia Neera Fallaci. Tuttavia ha ragione da vendere Alice Milani, nata a Pisa nel 1986, nell’indicare suo padre, Andrea, figlio di Adriano, fratello del priore, quale modello del principino. È tale impostazione, intima e personale, a rendere il fumetto, dedicato al genitore, matematico e astronomo scomparso nel 2018, autentico e persuasivo. Il titolo dell’opera richiama una celebre incompiuta lettera che don Lorenzo stava per spedire al magistrato Gian Paolo Meucci il 30 marzo 1956, sunteggiando in stile sarcastico e graffiante la secolare ingiustizia sociale che continua a vedere il contadino Adolfo condannato a pascolare le pecore per consentire al padroncino di poter studiare fino a trentacinque anni «e far l’assistente universitario volontario cioè non pagato e vivere nei laboratori e nelle biblioteche là dove l’uomo somiglia davvero a colui che l’ha creato che è sola mente e solo sapere».
Frasi scolpite nella roccia del Novecento: ma quante volte, nei modi più imprevedibili e raffinati, divelte e cancellate? Già dalle prime immagini l’autrice mostra di voler fare sul serio: con piglio alla Art Spiegelman, ritrae se stessa in visita alla nonna Maria Teresa.
L’anziana donna, classe 1923, la stessa del priore, è un personaggio straordinario: studentessa del Liceo Berchet, comincia a frequentare Adriano proprio mentre l’amica Carla Sborgi prova a fidanzarsi con Lorenzo. Sappiamo come sarebbe andata a finire: uno diventò prete (e profeta, scrittore, educatore), l’altra si sposò (con il fratello di Maria Teresa!), ma non trovò mai davvero se stessa, se non forse quando l’antico compagno la richiamò al capezzale di morte, nella casa di Via Masaccio a Firenze, presentandola ai ragazzi che lo accudivano come “la mia fidanzata”. I disegni di Alice, espressivi quando serve e perfino esplosivi nelle due pagine aperte, scoprono, sulla scorta della testimonianza di Maria Teresa (che si separò da Adriano, non proprio fedele, solo due anni dopo il matrimonio), piccoli altarini: Andrea, ad esempio, in terza elementare, si faceva portare la cartella da un ripetente, tal Martinelli. “È stato sempre autorevole, tuo padre, fin da bambino» spiega la nonna, legittimando la scelta pauperistica del priore. Il quale però voleva bene al nipotino.
Altrimenti non gli avrebbe dedicato, in modo dolce e scherzoso, Esperienze pastorali, pubblicato nel 1958, il volume scoperto da Alice nella biblioteca del padre, che in fondo, coi suoi grafici, gli schemi e i disegni, sembra sia stata la base ispirativa di questa storia a fumetti: «Caro Andrea, ti nomino mio rappresentante con esclusiva assoluta e provvigione dell’80% per tutta la Papuasia Mediorientale (compresa Monza). Un abbraccio affettuoso dal tuo Lorenzo».
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