Era stato denunciato tre volte, ma è riuscito a uccidere la moglie e la figlia di lei. È questo il quadro che emerge dal duplice omicidio di Renata Alexandra, 22enne, e della madre 47enne Gabriela Trandafir, di origine rumena, entrambe uccise dal marito di quest’ultima, il 69enne Salvatore Montefusco, imprenditore edile di origine campana.

La tragedia di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, ha infatti dei noti pregressi giudiziaria. Gabriela aveva denunciato ben tre volte il coniuge: la prima per maltrattamenti è di luglio 2021, con un’integrazione ad agosto e un’altra denuncia presentata a dicembre.

Ma dalla Procura, scrive l’Ansa, era arrivata una richiesta di archiviazione perché le condotte di Montefusco, seppur nel contesto di una situazione familiare difficile, sarebbero rimaste sul piano verbale.

L’omicidio di madre e figlia è avvenuto lunedì mattina nella casa in cui vivevano: poco dopo mezzogiorno è stato lo stesso Salvatore Montefusco a chiamare i carabinieri da un bar di Castelfranco. Anche alcuni vicini di casa, preoccupati dalle urla e dal rumore degli spari avrebbero richiamato l’attenzione delle forze dell’ordine. Il 118 è intervenuto, con i vigili del fuoco per aprire la porta, ma non ha potuto fare altro che certificare la morte di Gabriela e Renata.

In serata la confessione di Montefusco che, secondo la ricostruzione della Procura, ha sparato almeno 7-8 colpi con un fucile a canne mozze prima nei confronti di Renata, figlia che Gabriela aveva avuto da una precedente relazione, e poi alla moglie.

Nella sua ‘confessione’ ai magistrati Montefusco ha spiegato che alla vista del secondo figlio, di 17 anni, “non so cosa mi ha fermato”, decidendo così di non aprire il fuoco. L’uomo, difeso dall’avvocato Marco Rossi, resta in carcere e dovrà rispondere di duplice omicidio pluriaggravato.

Montefusco era già noto alle forze dell’ordine per alcuni reati fiscali e bancarotta ma soprattutto perché negli anni ’90 si ribellò al pizzo chiesto da un clan camorristico che aveva preso piene in zona permettendo l’arresto di 16 persone. L’imprenditore edile aveva già avuto tre figlie in prime nozze, poi l’incontro con la donna di origine rumena con cui aveva avuto un altro figlio.

Gabriela Trandafir aveva denunciato il marito per maltrattamenti, stalking, appropriazione indebita e furto, ma la procura aveva chiesto l’archiviazione per la prima accusa. Proprio oggi era attesa l’udienza davanti al gip, visto che l’avvocato di Gabriela, Annalisa Tironi, si era opposta. Sempre oggi era attesa anche la prima udienza civile per la separazione tra i coniugi, in crisi da tempo: anche Montefusco aveva denunciato entrambe le donne per maltrattamenti e lesioni.

Nell’opposizione abbiamo evidenziato che c’erano stati atteggiamenti ben più concreti“, ha spiegato l’avvocato Annalisa Tironi, che difende le due vittime. Anche il coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia Romagna ha commentato la vicenda con un comunicato, spiegando che succede spesso che le donne non vengano credute quando denunciano episodi di violenza: “Purtroppo, le donne che denunciano violenza spesso non vengono credute, perché scontano quel retaggio di pensiero vetusto per il quale mentirebbero. Le donne non mentono. Lo dimostra la lunga scia di sangue, ininterrotta; il sangue delle donne uccise, da mariti, ex mariti, conviventi, ex conviventi. Una donna uccisa ogni settantadue ore, in media. Ci chiediamo anche quante umiliazioni, quante rinunce, quanta prepotenza abbiano dovuto subire, prima di questo intollerabile epilogo. Anche di ciò ci doliamo“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia