Aveva 92 anni
È morto il regista Citto Maselli, testimone del 900: “Non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione”

Citto “Francesco” Maselli ha raccontato il Novecento, lo ha attraversato, ha abitato il cinema italiano dai documentari alla fiction con uno stile capace di andare oltre il neorealismo, fino alle fibrillazioni del ’68, tra militanza politica e sperimentazione, organizzazione ed estetica. È morto a 92 anni, è stato regista, sceneggiatore, fotografo d’avanguardia, memorialista. La notizia è stata data in una nota da Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. “Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito”.
Maselli era nato a Roma il 9 dicembre 1930, figlio di un critico d’arte e fratello di Titina, pittrice. Aveva 14 anni quando sotto l’occupazione nazista partecipò all’unione degli studenti italiani per sostenere i movimenti di liberazione. Dopo aver lasciato il liceo si iscrisse al Partito Comunista e si era diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia. Aiuto regista di Michelangelo Antonioni, lavorò alla sceneggiatura di Cronaca di un amore nel 1950 e a La signora delle Camelie del 1953. Con il documentario Bambini del 1951 arrivò anche al Festival di Cannes. La svolta nel 1953 quando lavorò all’episodio “Storia di Caterina” per il film Amori in città ideato da Cesare Zavattini. Collaborò anche con Luchino Visconti al film collettivo Siamo donne nell’episodio con Anna Magnani.
Fu lo stesso Visconti a presentargli la scrittrice e attrice Goliarda Sapienza, sua compagna per anni. Il primo contratto per un lungometraggio nel 1955 con Gli sbandati, quando aveva 23 anni. Alla Mostra di Venezia si affermò come una delle sorprese più belle del cinema italiano. L’amicizia con Visconti segnò però la rottura con Antonioni. Cominciò a lavorare anche alla lirica con la direzione del Trovatore di Giuseppe Verdi al Teatro La Fenice. Seguirono La donna del giorno, I delfini, Gli indifferenti tratto dal romanzo di Alberto Moravia. Fai in fretta a uccidermi … ho freddo è un giallo ironico con Monica Vitti e Jean Sorel, Ruba al Prossimo Tuo una commedia con Claudia Cardinale e Rock Hudson.
Quando esplose il ’68 Maselli – come ricostruisce l’Ansa in un lungo ritratto – animò le contestazioni alla Mostra di Venezia con l’associazione dei cineasti che aveva contribuito a fondare, l’Anac. Furono gli anni della militanza politica, tra cinepresa e comizi. Lettera aperta a un giornale della sera è del 1970, Il sospetto di Francesco Maselli con Gianmaria Volonté è del 1975. Storia d’amore del 1986, con Valeria Golino, fu una sorpresa che spiazzò tutti tra pubblico e critica. L’attrice si aggiudicò la Coppa Volpi alla migliore attrice a Venezia.
Quello fu un altro snodo della sua carriera, dell’attenzione ai sentimenti e al femminile, con Codice privato, Il segreto, L’alba, il documentario Civico Zero e Ombre Rosse. Con Emidio Greco inventò le “Giornate degli autori” a Venezia, ha organizzato i collettivi di cineasti per opere d’impegno civile come Un altro mondo è possibile, Lettera dalla Palestina, Piazza San Giovanni. Fino al 1989 è stato membro della Commissione culturale della Direzione del Pci, dal 1992 nel Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista. Era sposato con Stefania Brai.
“Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione”, ha aggiunto Maurizio Acerbo dando la notizia della morte. “Dopo lo scioglimento del PCI, a cui si oppose, è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista. Ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno. Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale. Citto Maselli era un comunista italiano, un rifondatore orgoglioso della storia di cui era stato tra i protagonisti, un compagno che non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione”.
Il cordoglio dell’ANPI: “Ci lascia non solo un protagonista della cultura e della cinematografia italiane ma anche un uomo dei diritti, della lotta per la libertà e la giustizia sociale, un prezioso erede dei principi e dei valori della Resistenza. Proprio qualche giorno fa aveva rinnovato l’iscrizione alla nostra Associazione con un messaggio pieno di antica passione ed incoraggiamento. Ciao Citto, ciao compagno di antifascismo. Tutta l’ANPI ti saluta con riconoscenza e commozione. Non ti dimenticheremo”.
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