Non è che Eduardo fosse cattivo, come in tanti hanno raccontato. Semplicemente aveva scelto di dedicare tutta la sua vita, tutte le sue energie, tutti i suoi pensieri al teatro. E sull’argomento non concedeva sconti a nessuno. “Magari passava per strada – ha raccontato una volta l’attore Enzo Cannavale – e nemmeno ti salutava. Ma lui, con ogni probabilità, stava pensando a una battuta da mettere in qualche commedia”.

Ancora oggi, a 120 anni dalla sua nascita, incasellare Eduardo De Filippo in una categoria è affare complicato. Attore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore, traduttore e poeta con la sua produzione ha messo in scena contraddizioni e debolezze umane. Ha mischiato farsa e tragedia, commedia e dolore con la stessa naturalezza usata dalla vita vera. Ha raccontato Napoli, sottraendola agli stereotipi e trasformandola in un enorme palcoscenico, pieno di possibilità e destini da raccontare.

“Figlio d’arte, formatosi giovanissimo nell’ambito del teatro napoletano, ha sperimentato, nel corso della sua vasta e versatile carriera, percorsi inediti che, superando la comicità farsesca fine a sé stessa, hanno trasposto nella rappresentazione scenica i temi della realtà contemporanea, con le incertezze, le aspettative, le illusioni e i disincanti di una umanità segnata da eventi epocali e da forti contraddizioni”. È il ricordo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il drammaturgo napoletano, “un genio creativo” a 120 dalla sua nascita.

Per celebrare l’evento oggi il Ministero dello Sviluppo haemesso un francobollo commemorativo  appartenente alla serie tematica “le Eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato a Eduardo De Filippo-