È in Israele Eitan Biran, il bambino di sei anni unico sopravvissuto al tragico incidente sulla funivia del Mottarone dello scorso maggio, quando persero la vita i suoi genitori e il suo fratello più piccolo. È in Israele il bambino, a quanto emerge in queste ore, trasportato su un volo privato dal nono materno. Una sorta di colpo di mano, qualora venisse confermato, quello del nonno materno, Shmulik Peleg, 58 anni. La zia paterna cui il piccolo era stato affidato dalla magistratura a Pavia ha denunciato l’accaduto, ieri pomeriggio. La Procura di Pavia starebbe per aprire un fascicolo per “sequestro di persona”.

Il piccolo, dopo la tragedia che lo ha colpito, e un lungo periodo in ospedale, è conteso dai due rami della famiglia. Il Corriere della Sera scrive che probabilmente il nonno del piccolo, autore di questa mossa, fa o ha fatto parte dei servizi segreti. Il blitz si spinge comunque molto oltre il solco tracciato nei mesi scorsi, durante i quali senza mezzi termini le due famiglie del bimbo si sono lanciate accuse. Il nonno 58enne, come il resto della sua famiglia, ha sempre sostenuto che Eitan dovesse crescere in Israele.

Sabato pomeriggio l’uomo, come permesso dal giudice tutelare di Pavia, ha prelevato Eitan. Dalla tragedia si era trasferito in Italia. Il rientro del piccolo presso l’abitazione della zia, alla quale è stato affidato da quando è stato dimessi, era previsto per le 18:30. Un’ora dopo è scattato l’allarme. La polizia di Pavia, coordinata dal procuratore facente funzioni Mario Venditi e dal sostituto Roberto Valli, hanno concluso: nonno e nipote si sarebbero imbarcati su un volo privato. Peleg era in possesso del passaporto del piccolo. La conferma, per via diplomatiche, sarebbe arrivata allo sbarco in Israele. Domani i magistrati pavesi potrebbero aprire formalmente un fascicolo con l’ipotesi di reato di sequestro di persona.

“La notizia sconvolge tutti e ci crea grande preoccupazione – ha dichiarato l’avvocato Armando Simbari che con Cristina Pagni e Massimo Saba assiste i familiari pavesi – È stato strappato alla famiglia con cui è cresciuto, ai medici che lo stanno curando con un eventi traumatico che può destabilizzarlo“. Poco tempo fa il bambino ha tolto i gessi. Sta meglio e stava reagendo bene, secondo quanto riportato dal rabbino di Torino Ariel Di Porto il mese scorso, al periodo di convalescenza.

A Tel Aviv lo scorso mese era stata organizzata una conferenza stampa dalla zia materna, Gali Peri, e dall’avvocato Ronen Dlayahu, che rappresenta gli interessi della parte della famiglia che vive in Israele. “Eitan è stato sottratto da una famiglia che non lo conosceva, che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo – aveva detto la donna in quell’occasione – Il diritto di Eitan è che dovrebbe avere una casa dove i suoi genitori volevano che crescesse; come ebreo in una scuola ebraica, e non in una scuola cattolica in Italia. Hanno preso il controllo del suo corpo, della sua mente e della sua anima, esattamente così, per tenerlo in Italia”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.