“La mia vita è piena di ricordi di lei. Siamo sempre state legatissime, abbiamo vissuto sempre insieme in pista ma anche nella malattia”. Così Nadia Fanchini, sorella di Elena, la sciatrice scomparsa a 37 anni pochi giorni fa ricorda la campionessa e la sua strenua lotta contro il tumore che se l’è portata via. Un amorte prematura che ha lasciato un grandissimo vuoto nel mondo dello sci, tra i colleghi che l’amavano come Sofia Goggia e i suoi numerosi fan. Un dolore enorme per la famiglia e per sua sorella che ha vissuto sempre fianco a fianco.

“Non ci siamo mai lasciate – ha detto Nasia Fanchini al Corriere della Sera – Elena era il nostro mondo, era mia sorella. Ora per noi sarà difficile. Lei era una lottatrice, non si è lamentata mai. Aveva una gran voglia di vivere, ha dato tutto, non si è mai arresa fino alla fine. Ma purtroppo ha vinto lui”. Elena scoprì di avere un tumore al colon nel 2017 ma sembrava guarita. Poi, la scorsa estate, la malattia si è ripresentata, e non c’è stato nulla da fare. “Abbiamo scoperto la recidiva ed è stata dura, perché ha sofferto tanto – continua Nadia – Perché non riusciva a controllare il dolore. Per noi è stato un dolore vederla soffrire così tanto. Vedere questo brutto male che la stava distruggendo”.

“’La mia testa c’è, ma il mio fisico non c’è’ mi diceva – continua il racconto la sorella – Siamo nel 2023 e purtroppo ancora non c’è una cura contro il cancro. Lei era anche testimonial di Airc e crediamo nella ricerca, dobbiamo far sì che si possa sconfiggere questa malattia”. Al corriere ha raccontato l’ultima conversazione avuta con la sorella: “Le ho detto: ‘Sei la persona più importante della mia vita, ti voglio tanto bene’. E lei mi ha risposto: ‘Lo so”’.

Struggente il ricordo della mamma che ricorda come la passione per la neve ha avuto inizio. “La prima volta che Elena è andata sulla neve aveva tre anni, con il suo papà. Quando aveva 7 anni ha fatto la sua prima gara, e sia lei che Nadia vincevano sempre. Non me l’aspettavo. Loro mi dicevano: ‘Tu non ci sei mai’. Ma noi siamo due operai, non potevamo andarci sempre, perché lavoravamo anche di domenica per permettere alle ragazze di fare le gare. Eli, sei stata la mia vita. Ora so che stai bene dove sei andata. So che non devo piangere”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.