Un voto che segna una svolta epocale, e non si tratta di una esagerazione ‘giornalistica’. Quelle di domenica in Colombia sono state le elezioni della svolta storica nel paese sudamericano, che per la prima volta nella sua storia vira a sinistra eleggendo presidente l’ex guerrigliero 62enne Gustavo Petro.

Superando di circa 700mila voti il suo rivale, il populista indipendente Rodolfo Hernández, imprenditore 77enne spesso definito il ‘Trump colombiano’, Petro ha vinto il ballottaggio col 50,5% dei voti, portando con sé alla vicepresidenza Francia Márquez, la prima donna nera a ricoprire questo ruolo.

Una giornata, quella di domenica, che si è chiusa con un’affluenza record: il voto si sono recati oltre 22.658.694 milioni di colombiani, il 58,09 per cento degli aventi diritto.

Petro, che nelle scorse settimane è stato costantemente al centro di una campagna di delegittimazione sulla stampa e dai partiti di centrodestra, che lo accusavano di voler trasformare la Colombia in un nuovo Venezuela come quello di Hugo Chávez, non ha in realtà il profilo di un ‘rivoluzionario socialista’.

Pur essendo un guerrigliero del Movimento 19 aprile (M-19), un gruppo rivoluzionario di sinistra attivo in particolare negli anni ’70 e ’80, Petro è poi diventato per due volte senatore, sindaco della capitale Bogotá e per due volte si era candidato alla presidenza. La terza volta è stata quella buona, alla guida della coalizione di sinistra del Pacto Histórico.

Una vittoria riconosciuto dall’avversario Hernández e dal suo predecessore Ivan Duque, facendo partire così i festeggiamenti di piazza a Bogotá e nel resto del paese. Petro su Twitter l’ha definita “la prima vittoria popolare”, di rottura con una storia di governi di partito tradizionali. “Oggi è una festa per il popolo. Possa celebrare la prima vittoria popolare. Possano tante sofferenze essere attutite dalla gioia che oggi inonda il cuore della Patria“, ha scritto sul social.

Nel suo primo discorso in pubblico da presidente, il leader di Pacto Histórico parlando alla alla Movistar Arena di Bogotá ha assicurato che il Paese è cambiato e ha proposto un “grande accordo nazionale” per non approfondire le divisioni. “Qui quello che sta arrivando è un vero cambiamento, un vero cambiamento, in questo si compromette l’esistenza, la vita stessa, non tradiamo quell’elettorato che quello che hanno gridato al Paese, quello che hanno gridato proprio alla storia è che come di oggi la Colombia cambia, la Colombia è un’altra“, ha detto Petro davanti al pubblico.

Ma Petro ha anche assicurato che la storica vittoria della sinistra in Colombia non rappresenta “una vendetta” di una parte contro l’altra. “Non è un cambio per vendicarci, per costruire più odio o per approfondire il settarismo nella società colombiana“, ha detto Petro.

Importante anche il segnale arrivato da Washington per il neopresidente colombiano. Il Il segretario di Stato americano Antony Blinken, ha espresso infatti le sue “congratulazioni al popolo colombiano per aver esercitato il proprio diritto di voto e riaffermato la forza della propria democrazia“. “Non vediamo l’ora di continuare la nostra forte collaborazione con il Presidente eletto Gustavo Petro e costruire un emisfero più democratico ed equo“, ha aggiunto Blinken in un messaggio su Twitter.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia