Verso il voto del 25 settembre
Elezioni politiche, ecco perché gli italiani sceglieranno la coalizione credibile di centrosinistra

Archiviata la diciottesima legislatura il Paese andrà alle urne a settembre. Una legislatura che rimarrà nella storia per essere iniziata con i due opposti schieramenti con lo stesso Presidente del Consiglio, per il triste record di scissioni politiche e transfughi in parlamento e per la chiamata alle armi di Mario Draghi, ‘l’italiano migliore’, fuori dalla politica, alla guida di una maggioranza eterogenea. Un ‘percorso’ che ha evidenziato ancora di più la crisi di sistema che sta attraversando il nostro Paese.
Una legislatura segnata anche, negli ultimi due anni, da due fatti straordinari: un pandemia globale che ha lasciato nei nostri occhi l’immagine indelebile dei camion militari carichi di vittime che lasciavano Bergamo, e una guerra che rischia di minare le fondamenta democratiche dell’Occidente. Insomma, abbiamo attraversato anni di paura, viviamo adesso l’ incertezza nel futuro.
Le elezioni possono segnare due strade: un nuovo inizio o avviare un ulteriore deterioramento. Sta a noi compiere ogni sforzo ed elaborare una proposta chiara per ridare dignità alle istituzioni del nostro Paese ma soprattutto lavorare per far ripartire l’economia e difendere i ceti più deboli.
E’ necessario rafforzare la coalizione di centrosinistra che si sta delineando, che sia omogenea e che condivida valori e programmi. Una alleanza inclusiva che comprenda forze politiche di diversa ispirazione. Partendo da quelle che, in vario modo e con varie storie, fanno riferimento al Partito del socialismo europeo, a quelle liberaldemocratiche, ambientaliste e progressiste.
Una ‘discriminante’ – che non significa divisione ma tracciare i confini – è stata già giustamente fissata: ripartire dalle forze politiche che in Senato hanno votato la fiducia al Governo Draghi. Perché non si chiude una legislatura per meschini calcoli elettorali, anteponendo interessi di partito o personali a quelli del Paese e lasciandolo senza guida nel mezzo di una crisi economica dilagante e durante un nuovo picco di contagi Covid.
Per chiedere il consenso agli elettori è importante fare chiarezza dunque nel nostro campo. La campagna elettorale non può fondarsi soltanto, e vagamente, sull’agenda Draghi”.
Le agende sono oggetti utili nella quotidianità ma occorre che i programmi in esse contenuti vengano continuamente aggiornati alla luce delle mutevoli esigenze di una società attraversata da emergenze sociali sempre crescenti. L’agenda di noi socialisti parte dall’attenzione ai bisogni degli ultimi, dei 10 milioni di poveri del nostro paese, di chi aspetta da anni un alloggio popolare e mette al centro innanzitutto il lavoro: la stabilizzazione di migliaia di precari, il salario minimo, ripensare il reddito di cittadinanza sul modello del “Welfare to work”.
Un’altra pagina dell’agenda non può non includere un nuovo piano nazionale della sanità pubblica, difesa della scuola pubblica, tempi certi della giustizia.
Non bisogna credere a chi afferma che la destra abbia già vinto le elezioni, l’insediamento del centro destra nel Paese è sempre stato forte, ma tuttora, anche nei suoi migliori sondaggi, rappresenta una minoranza. Gli elettori sanno riconoscere le proposte serie, le ricette credibili e praticabili. Le promesse di milioni di posti di lavoro, i contratti con gli italiani di berlusconiana memoria che producono solo precarietà, la stanca riproposizione di politiche securitarie e tendenzialmente autoritarie non incantano più gli elettori. Servono serietà, credibilità, capacità. E quando ci sono, vengono premiate dagli elettori, come hanno largamente dimostrato le recenti elezioni amministrative. Noi socialisti, come sempre, faremo la nostra parte.
© Riproduzione riservata