Qualcosa scricchiola nella Toscana Felix, un tempo Regione incontendibile al centrosinistra, che già la scorsa tornata elettorale aveva infranto il muro rosso del voto incoronando Giani Presidente, con un fragile 8,16% di differenza sul centrodestra e un astensionismo al 40%. È il mondo del civismo a muoversi: quell’universo variegato di liste civiche indipendenti che sabato scorso si è riunito a Firenze in un convegno dal titolo evocativo: «L’Altra Toscana».

Gli incontri

Un laboratorio identitario e programmatico in via di definizione, con alle spalle già due partecipati incontri a San Giovanni Valdarno e Viareggio. Protagoniste le tante liste civiche che nei rispettivi Comuni sono state capaci di attrarre consenso oltre gli steccati dei partiti e ora cercano di incarnare un nuovo paradigma politico, oltre i confini comunali. «Affrontiamo la sfida politica da civici liberi – dice Giorgio Del Ghingaro, Sindaco di Viareggio, incoronato garante del nascente coordinamento regionale dei civici toscani -. Abbiamo raccolto le liste civiche ‘vere’. Movimenti che sono stati capaci di incidere sui propri territori e ora si propongono per un coordinamento regionale perché la rappresentanza civica è il cuore della democrazia a livello locale».

Gli interventi

Il civismo oggi raccoglie il consenso di chi non vede più un’offerta politica che corrisponde alla sua domanda. «La vera politica sta qui: nell’attività delle nostre liste civiche. Del resto negli ultimi quindici anni la compressione della democrazia è passata attraverso la costruzione di sistemi elettorali sempre più elitari e nella rinuncia a una visione politica capace di dar forma al futuro», fa eco nel suo intervento Francesco Carbini, tra i promotori del coordinamento. Se negli ultimi anni il civismo si è messo a fare ciò che i partiti non possono e non vogliono più fare, ora c’è bisogno di un passaggio in più, che emerge chiaramente nell’intervento di Stefano Rolando, docente di Comunicazione Pubblica e Politica, da sempre attento studioso del fenomeno del civismo: «garantire lo storico nesso pensiero e azione», andando oltre quel giardinetto ben delineato di compiti volti alla mera gestione dell’esistente e così «fare proprio il senso valoriale della politica rispetto al cui abbandono si è formato un abnorme fenomeno di rinuncia alla partecipazione».

Lo scenario

La questione diventa la ricerca di una identità che coniughi l’attenzione alle esigenze delle comunità con uno sguardo ben attento alle grandi sfide che l’Italia e l’Europa sono chiamate ad affrontare in questo momento storico. In breve: la risposta politica all’assenza di politica, in un contesto sovranazionale in cui l’Europa stessa dovrà far fronte prima o poi al confronto con le identità territoriali, luoghi primari dove si realizza la fusione tra locale e globale. Se questo ultimo incontro resterà un laboratorio ideale destinato a lasciare una traccia politicamente modesta o se, al contrario, il civismo toscano sarà capace di presentarsi con una propria identità politica alternativa alla prossima scadenza elettorale, questo solo il tempo saprà dirlo. La volontà pare esserci; il candidato in pectore, pure. «Si prospetta è una chiamata a raccolta di quanti, capaci di coniugare cultura e creatività, tradizione e innovazione, rappresentano l’avanguardia di quella grande comunità che è il popolo», la conclusione di Sodano.

Carlotta Andrea Buracchi Bresciani

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