Abbiamo un patrimonio culturale tanto inesauribile quanto inestimabile. Guidiamo la classifica mondiale dei Paesi con più patrimoni dell’umanità. L’UNESCO ha infatti riconosciuto fino ad oggi un totale di 1157 siti presenti in 167 Paesi del mondo. L’Italia ne detiene il maggior numero: 58. Seguono la Cina e la Germania. La cultura è uno dei motori della nostra economia in grado di creare occupazione, benessere e attrattività. Secondo l’ultimo rapporto annuale «Io sono cultura», realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, il sistema produttivo culturale e creativo italiano dà lavoro a 1,5 milioni di persone che producono ricchezza per 88,6 miliardi di euro.

I consumi culturali tornano a crescere, pur non avendo ancora raggiunto i livelli pre-Covid. Diminuiscono i consumatori, ma aumenta la spesa media dei consumatori abituali di prodotti culturali. L’Osservatorio sui consumi culturali degli italiani di Impresa Cultura Italia – Confcommercio in collaborazione con Swg, fotografa una situazione in ripresa, ma con alcune ombre causate dall’inflazione. Sono cambiate le priorità e il comparto dei consumi culturali ne ha subito le conseguenze.

Circa il 10% degli intervistati, però, mostra un incremento netto dei consumi rispetto al passato. Ad esempio, rispetto al 2021, si registra una crescita della spesa per assistere a concerti dal vivo (+28,1 euro), partecipare a festival culturali (+9,7 euro) o visitare mostre e musei (+8,7 euro).

Si spende di più in cultura se si ha maggiore disponibilità economica. Un fenomeno che, come spiega Carlo Fontana presidente di Impresa Cultura Italia Confcommercio, «necessita di correttivi che devono necessariamente andare in due direzioni: una grande azione di formazione, in particolare delle giovani generazioni, che aiuti a comprendere meglio il valore della cultura e un sostegno economico che può estrinsecarsi in uno strumento su cui tutti, a parole, si dicono d’accordo: la detraibilità dei consumi culturali». Con l’estate ormai entrata nel vivo di arrivi e partenze da tutto il mondo, le proprietà «magnetiche» di arte e cultura sono ancora più evidenti.

L’indagine dell’Istituto Piepoli per Confturismo, conferma che l’Italia resta tra le mete preferite per le vacanze dei turisti stranieri in Europa. Tra i punti forti cibo, cultura e accoglienza. A catalizzare l’attenzione sono le grandi città d’arte: Roma, Firenze, Venezia, Pisa, ma anche Milano, Napoli, e mete turistiche come la Sicilia, la Costiera Amalfitana, il Lago di Como, il Lago di Garda. Secondo il report della Banca d’Italia sul turismo internazionale, nel 2022 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è più che raddoppiata rispetto all’anno precedente ed è stata trainata (+275% rispetto al 2021) dai viaggi culturali e dalle visite alle città d’arte.

Ma l’Italia resta la meta preferita anche dagli italiani. Nei tre mesi estivi in 30 milioni si muoveranno lungo lo stivale, il 16% nelle città d’arte, il 9% nei piccoli borghi. Il 2023 potrebbe essere un anno record per il turismo in Italia. Le previsioni «Tourism Forecast 2023» dell’Istituto Demoskopika parlano di quasi 127 milioni di turisti, oltre 442 milioni i pernottamenti previsti. Effetto positivo anche sulla spesa turistica: stimati ben 89 miliardi di euro, con una crescita del 22,8% rispetto al 2022.

Anche Hollywood è da sempre attratta dal valore aggiunto del nostro Paese scegliendolo come set naturale per serie tv e colossal. Dall’ultimo Indiana Jones a Mission Impossible arrivando a «Luca», primo film di Disney Pixar interamente ambientato in Italia. Alla fine di dicembre il New York Times si chiedeva «Is it time for a White Lotus vacation?» celebrando il grande successo della serie «White Lotus» ambientato tra Taormina, Catania e Noto che ha trionfato agli ultimi Golden Globes e ha ricevuto 23 nomination per i prossimi Emmy Awards. E la risposta è stata un boom di prenotazioni nelle strutture ricettive dei luoghi della serie tv.

Investire nella cultura significa investire nel futuro dell’Italia, valorizzando il suo patrimonio e promuovendo uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Significa rendere la cultura accessibile, soprattutto per le generazioni di giovani che se ne sono disinteressate. Significa incentivare i consumi culturali.
Bellezza, arte e cultura sono parte del DNA italiano, ma diventano anche fattori abilitanti di innovazione per l’intera economia e attivatori per la crescita di tutti i settori.