Progetto Carme
Fori Imperiali, Sangiuliano si mette di traverso all’anello pedonale di Roma
Il ministro della Cultura, dopo sette mesi di attesa, ha convocato il sindaco Roberto Gualtieri e siglato un accordo secondo il quale la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali è autorizzata, ma non il restringimento della carreggiata e l’allargamento dei marciapiedi. E la Capitale va verso il Giubileo
Immaginare la città d’arte del futuro non è cosa facile, ma una cosa è certa: per fronteggiare da una parte le ondate di calore e dall’altra quelle di turisti bisogna trovare delle soluzioni in tempi rapidi. Nel marasma dei problemi che ha Roma, un gruppo di esperti guidati da Walter Tocci ha lavorato per mesi ad un riassetto urbanistico specifico: il “Carme”. Si tratta sostanzialmente di un anello pedonale che da piazza Venezia attraversa e collega tra loro i Fori Imperiali, arrivando al Colosseo e girando dal Circo Massimo si ricongiunge poi al Campidoglio. Fino a qui sembrerebbe tutto normale nell’ottica di un’amministrazione che, valorizzando il proprio patrimonio culturale, crea un percorso museale gratuito a cielo aperto da attraversare a piedi o in bici. Ancor di più azzeccato considerando i 32 milioni di pellegrini che arriveranno a Roma per il Giubileo del 2025.
Ma questa pedonalizzazione ha come fulcro il restringimento di via dei Fori Imperiali, proprio quella strada che Benito Mussolini volle simbolicamente realizzare per il decennale della marcia su Roma e che venne inaugurata nel 1932 con il trionfale nome di “Via dell’Impero”. E qui iniziano i problemi. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano infatti, dopo sette mesi di attesa, ha convocato il sindaco Roberto Gualtieri e siglato un accordo secondo il quale la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali è autorizzata, ma il restringimento della carreggiata e l’allargamento dei marciapiedi no. “Non si può considerare via dell’Impero una via, ma una meravigliosa sintesi plastica, storica e monumentale attraversata da una strada che collega piazza Venezia e il Colosseo, determinata da due marciapiedi”. Citazione del ministro? No, sulla questione non è stato scritto neanche un tweet. Si tratta di una frase di presentazione nel documento ufficiale del concorso per il “Palazzo Littorio e della Mostra della Rivoluzione Fascista”, correva l’anno 1934.
Ma torniamo ad oggi, perché il progetto “Carme” arriva da lontano, ovvero dal sogno di Antonio Cederna, e la pedonalizzazione totale dei Fori imperiali non è solo un’idea ma un piano messo nero su bianco nel DPCM sul Giubileo, con tanti interventi approvati e finanziati coi fondi del PNRR, come riportato nella delibera dello scorso giugno. Per il restyling di quella che ormai è diventata un’autostrada vuota – 900 metri di lunghezza per 30 di larghezza che taglia in due i Fori – non più percorribile da auto e motorini da 10 anni, sono stati stanziati oltre 14 milioni di euro.
I punti di intervento sono tre: il più sostanzioso riguarda la trasformazione del lastricato, da carreggiata a percorso pedonale, da piazza Venezia a via Labicana con la realizzazione di passerelle tra i diversi poli dei Fori. A questi lavori si aggiunge la riqualificazione dell’area verde di via Nicola Salvi accanto al Colosseo. Poi c’è la parte di allestimento con pannelli descrittivi diffusi, indicazioni, arredi urbani, attrezzature per eventi e installazione di opere d’arte contemporanea “site specific” (altro punto contestato dal ministero).
Per rendere poi lo spazio non una piazza d’armi ma un luogo da vivere c’è uno stanziamento per la realizzazione di un punto ristoro, servizi igienici, un punto informazioni e un bookshop. Il minimo, considerando che via dei Fori è tra i luoghi più visitati al mondo e che ad oggi ha solo una fontanella d’acqua potabile.
C’è di più: come da verbale d’intesa tutti gli interventi saranno oggetto di un concorso internazionale di architettura. I tavoli tecnici con Tocci hanno dato le indicazioni, le linee guida, trovato tramite il PNRR i finanziamenti, ma il progetto definitivo non esiste ancora. Sarà il gruppo di architetti più bravi a vincere. Arrivati a questo punto però dovranno considerare le direttive originarie o no? Il DPCM è stato approvato, nel Foro si direbbe “alea iacta est”, “il dado è tratto”. Intanto il sindaco Gualtieri al latino preferisce il francese e scrive: “Via dei Fori Imperiali potrà svolgere appieno il suo ruolo di grande boulevard dedicato innanzitutto ai pedoni, che attraversa il cuore della civiltà dell’antica Roma”.
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