A pochi minuti dalla mezzanotte di martedì 29 marzo la terra ha tremato forte in Molise. Pochi secondi ma intensi che sono stati avvertiti anche in altre regioni come Campania, Abruzzo e Puglia. L’Ingv ha registrato la forte scossa alle 23.53 di magnitudo 4.6 con epicentro a 2 chilometri a ovest di Montagano (Campobasso), ad una profondità di 23 chilometri. Non sono stati per ora segnalati danni a persone o cose ma a Campobasso le scuole resteranno chiuse per consentire tutte le verifiche.

La paura è certamente stata tanta. Impossibile non riportare alla memoria il dramma di San Giuliano di Puglia, quando nel 2002 morirono in 29 tra bimbi e maestra nel crollo della scuola Iovine. Da giorni in Molise si avvertivano scosse sempre più frequenti fino a quella più intensa avvenuta poco prima della mezzanotte. E anche all’alba le scosse sono continuate ma più lievi. Sono seguiti attimi di panico con la gente che è scappata in strada, che ha dormito nelle auto, e si è portata via valige con vestiti.

La scossa è stata avvertita nettamente in provincia di Isernia e nell’Alto Casertano, a Napoli, ma anche nel Beneventano e in tutto l’Abruzzo, così come nel Basso Lazio e nella vicina Puglia. “Da un primo giro di ricognizione, la situazione sembra per fortuna buona: non si segnalano danni particolari. Le verifiche dovranno essere fatte in modo più approfondito, ovviamente. Molti sono scesi in strada: c’è stata tanta paura, ma abbiamo subito aperto la nostra struttura polivalente per chi volesse dormire fuori casa”. Così il sindaco di Montagano, Giuseppe Tullo. “La scossa è stata avvertita molto forte. Le scuole della zona, Petrella, Matrice, e la nostra materna saranno chiuse”, ha detto il primo cittadino. E scuole chiuse anche nel capoluogo, come deciso dal sindaco Roberto Gravina. “A Campobasso – ha fatto sapere il primo cittadino, impegnato nei vari sopralluoghi durante la notte – i Vigili del fuoco al momento non segnalano danni a persone o cose. Analoga la situazione anche all’ospedale Cardarelli, dove non sono segnalati danni di alcun tipo”.

Ma cosa è successo in quella zona notoriamente sismica? Perché la terra torna a tremare con forza? “A originare il terremoto è stata una rottura di circa 5 km quadrati sulla faglia, e il meccanismo focale calcolato mostra un movimento trascorrente che, localizzato e contestualizzato nella geodinamica dell’area, ci fa capire che con ogni probabilità si è attivata la struttura dei terremoti di San Giuliano di Puglia del 2002. In particolare si è rotto un pezzo della faglia a ovest della seconda scossa che si ebbe il 1 novembre 2002“. Lo afferma il geologo di Geosilsab Unimol (Università del Molise) Eugenio Auciello commentando sulle pagine social di approfondimento l’evento sismico delle 23 e 52, come riportato da LaPresse.

“La scossa – continua Auciello – si localizza oltre 10 km ad ovest della sismicità registrata nei giorni scorsi e ormai ieri nei pressi di Ripabottoni. Purtroppo questo elemento indica che l’area attiva è in realtà più ampia di quanto ritenuto fino a poche ore fa ed inoltre non si osserva al momento ulteriore attività lungo il tratto di faglia interposto tra le aree epicentrali della sequenza dei giorni scorsi e la scossa di poco fa”. Il riferimento è allo sciame in atto da diversi giorni in Molise, in particolare nel comune di sant’Elia a Pianisi dove si sono verificare diverse scosse di magnitudo massima 2.9.”La situazione è delicata – prosegue il geologo – perché, oltre a non poter escludere ulteriori scosse, anche di magnitudo maggiore, si ritiene che questo possa essere anche uno scenario più probabile rispetto a quanto precedentemente valutato“. Osservazioni, precisa l’esperto, “che non costituiscono una previsione e non vogliono infondere allarmismo, ma vogliono fornire una descrizione oggettiva dell’attività in corso e delle possibili evoluzioni”.

Il meccanismo alla base del Terremoto notte scorsa, è simile a quello che ha generato il sisma di magnitudo di 6.0 del 2002, vicino al comune di San Giuliano di Puglia. Ne è convinto anche Claudio Chiarabba, direttore del Dipartimento terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Il Terremoto ha avuto origine nella zona di passaggio tra la catena appenninica e la zona adriatica, a una profondità di 23 chilometri – ha detto all’Ansa lo scienziato –  È proprio questa maggiore profondità che ha permesso alla scossa di propagarsi in un’area abbastanza vasta”. Il Terremoto di questa notte è stato di tipo trascorrente, “si tratta cioè dello scivolamento orizzontale tra due blocchi”, spiega il ricercatore. La prima scossa, con epicentro a Montagano, a quasi 10 chilometri da Campobasso, è stata seguita da repliche di magnitudo compresa fra 2.0 e 2.6. La più recente, di magnitudo 2.4, è stata registrata questa mattina alle ore 06,54, sempre con epicentro a Montagano. “Si tratta di un comportamento normale, ma è troppo presto per capire quanto rapidamente diminuirà il fenomeno”, ha osservato Chiarabba. Il Terremoto era stato preceduto nei giorni scorsi da scosse più piccole, localizzate tra i comuni di Sant’Elia a Pianisi e Ripabattoni (sempre in provincia di Campobasso), che non hanno superato magnitudo 3.1. Nella giornata di ieri, ad esempio, erano stati registrati tre eventi di questo tipo: due a Sant’Elia a Pianisi, avvenuti alle 00,23 e alle 02,20 rispettivamente con magnitudo 2.1 e 3.1, e uno alle 03,55 a Ripabattoni, con magnitudo 2.0.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.