Ha deciso di festeggiare il 41esimo compleanno nella sua città. Per l’occasione aveva assicurato un grande spettacolo, e Francesco Gabbani non ha tradito le aspettative. Promessa fedelmente mantenuta: al Carrara Fiere è andato in scena un concerto contornato da emozioni e divertimento. Profeta in patria di fronte a 10mila fan in tripudio. Al centro sempre e solo la musica. Per oltre due ore il pubblico è salito a bordo di un ottovolante di emozioni, affidandosi al pilota che ha alternato canzoni riflessive a brani più sfrenati apparentemente leggeri. Gabbani è uno dei principali testimoni del ricorso alla profonda leggerezza, che può sembrare un paradosso ma che in realtà rappresenta la cifra musicale alla base del suo successo. Con tanto di riferimenti culturali, citazionismo e giochi di parole. Poi un’improvvisa sorpresa: super ospite Andrea Bocelli che, accompagnato da Francesco al pianoforte, si è esibito in maniera magistrale sulle note di Nessun dorma. Da pelle d’oca.

Dal 2016 Gabbani si è fatto conoscere al grande pubblico trionfando a Sanremo Giovani. Sono passati sette anni. Qualcuno vedeva in lui una vera e propria stella nascente; per altri era invece il solito fenomeno del momento destinato a sparire nell’anonimato nel giro di pochi mesi. Hanno avuto ragione i primi. A Carrara il concerto si è aperto proprio con Amen che lo ha portato a trionfare tra le nuove proposte del Festival. Ovviamente Gabbani non ha rinunciato a portare sul palco i suoi maggiori successi. Tra le granite e le granate è una critica al processo di mercificazione del turismo che provoca la superficialità delle esperienze di viaggio che invece non dovrebbero essere un noioso rito abitudinario. Con Pachidermi e pappagalli affronta la questione del complottismo, elencando in chiave ironica una serie di bufale e teorie cospirazioniste che ancora oggi qualcuno sostiene.

Sono stati tre i momenti di maggior fermento in cui il pubblico è stato coinvolto e ha risposto con un’impressionante carica di energia positiva. Occidentali’s karma è un ironico j’accuse che mette sotto la lente di ingrandimento la società odierna, che ogni giorno si muove in bilico tra l’essere e l’apparire. Indubbiamente la famosa scimmia è espressione della parte ludica, ma al tempo stesso non possono passare inosservate le varie allusioni filosofiche e letterarie (su tutte spicca “La scimmia nuda” di Desmond Morris). Con Il sudore ci appiccica rivolge un’invettiva all’individualismo, indicando invece il sudore come fattore che (nel bene e nel male) è un collante fisico tra due persone sia nelle gioie sia nelle fatiche. Con Peace&Love ribadisce con estrema forza due concetti, quello della pace e dell’amore, che sembrano scontati ma che in realtà vanno sempre rimarcati: la canzone di speranza, alla cui scrittura ha preso parte anche Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, intende ridisegnare i confini di un’umanità unita in quella che dovrebbe essere una fratellanza universale.

Non potevano mancare i due brani freschi di certificazione, entrambi disco d’oro: Volevamo solo essere felici e Spazio Tempo (colonna sonora di Un Professore, serie televisiva in onda su Rai 1). A tal proposito l’artista ha presentato in esclusiva Al di là, il singolo che uscirà prossimamente e che farà parte della seconda stagione di Un Professore. Il pezzo ragiona sul senso dell’esistenza, sulle nostre vite, sull’adolescenza, sul rapporto padri-figli e sul confronto tra generazioni diverse. Nel corso del concerto sono stati catturati dei video che andranno poi a comporre la clip ufficiale di Al di là.

Meritano di essere menzionate pure Foglie al gelo, Un sorriso dentro al pianto (donata a Ornella Vanoni), Eternamente ora, Immenso e La Rete. Gabbani ha voluto ripercorrere tutte le tappe della sua discografia, intonando anche brani che non sono conosciuti al grande pubblico ma che “appartengono” ai fan più ristretti.

Riuscire a fondere un ritmo orecchiabile con testi impegnativi (e impegnati) è la sua ricetta. Un binomio vincente che rende Gabbani uno dei protagonisti in assoluto della scena musicale italiana. Senza facili strade, senza cedere alle mode del momento, senza affidarsi al traino dei featuring a tavolino: la semplicità paga, la genuinità fornisce sempre un conto positivo. In questo caso non c’è stato solo “karma”: anni e anni di gavetta, naturalezza e spontaneità lo hanno consacrato tra i big. Non ha mai fatto musica per diventare noto, ma è noto perché ha sempre fatto musica. Namasté!

Luca Sablone

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