Le redini usate come scudisci, i poliziotti a cavallo del Border Patrol le fanno roteare in aria, fruste sibilanti che a scrosci vanno giù su spalle e teste degli scappati da Haiti. Lo scenario è quello del Rio Grande, fra Texas e Messico, immortalato in un video impietoso che gira sulla rete. Il tempo è quello di Biden alla Casa Bianca, quello che Sleepy Joe condivide con Kamala Harris. Trump, il cattivone, è un ricordo che sfuma, ma incombe. Biden è all’Assemblea dell’Onu mentre le fruste fendono l’aria, un ispanico, Alejandro Mayorkas, è al ministero dell’Interno, la differenza è che la nuova Amministrazione condanna i colpi per bocca della portavoce Jen Psaki. Ma le frustate cadono ugualmente.

I paragoni sono facili, crudelmente banali: frustate come dalle guardie libiche; frustate come dai guardiani Taliban. Frustate come quando il Rio Grande era western e i cowboy spingevano a botte le mucche perché attraversassero l’acqua del fiume. E l’America è ancora, sempre, Frontiera: in acqua ci stanno gli uomini, peggio delle bestie, vengono sospinti nella corrente, per ributtare indietro le loro disperazioni. E gli Haitiani ne portano some insostenibili sulle spalle: quelle nate il 14 agosto scorso, con un terremoto di 7,2 gradi della scala Richter che ha devastato la loro isola, più della metà della popolazione non è ancora stata raggiunta da alcun aiuto, nonostante 2.200 morti e 137.500 case distrutte, 900 scuole crollate.

Nonostante la faida che insanguina il Paese per la lotta fra i sostenitori dell’ex presidente Jovenel Moïse, assassinato lo scorso 7 di luglio, e l’attuale primo ministro Ariel Henry. La differenza di cambio politico, negli Stati Uniti, non ha generato mutamenti, solo i toni sono diversi: le parole più moderate ma ugualmente granitiche: l’America non li vuole, migranti o profughi che siano, -stiano a casa loro-. E chi se ne frega se la casa non ce l’hanno più, non l’hanno mai avuta, se per le strade dei Paesi di chi scappa, si frusta e si spara. Fra l’adesso e il prima è solo variato il tasso d’ipocrisia, si vogliono salvare solo le apparenze. Così, i cowboy scorrazzano lungo le sponde del grande fiume, spingono indietro le mucche, con le buone e con le cattive. E non indossano i panni dei pistoleros del selvaggio west, hanno le divise della polizia americana.

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E' uno scrittore italiano, autore di Anime nere libro da cui è stato tratto l'omonimo film.