Li volevo solo intimidire, non volevo uccidere. Ho perso la testa, sono stato provocato“. È questo che Evaristo Scalco, l’artigiano e maestro d’ascia di 63 anni ha detto al gip durante l’interrogatorio di convalida del suo arresto. È accusato di omicidio volontario per aver colpito con una freccia Javier Alfredo Miranda Romero, 41enne peruviano, che nella notte tra l’1 e il 2 novembre stava festeggiando la nascita del figlio nel centro storico di Genova, proprio sotto casa di Scalco.

Scalco è stato ascoltato dal pm Arianna Ciabattini e al gip Matteo Buffoni e ha raccontato la sua versione di quanto accaduto. Il giudice Matteo Buffoni ha convalidato l’arresto e disposto la custodia in carcere. Scalco, difeso dall’avvocato Fabio Fossati, ha parlato per un’ora e mezza rispondendo alle domande. Ha respinto con forza l’aggravante dell’odio razziale: “Non sono un razzista – ha detto, come riportato dall’Ansa – Anzi a chi lo è spiego sempre che gli immigrati scappano dalle guerre e dalla miseria. Li ho visti urinare davanti al cancelletto e li ho rimproverati. È nata una discussione. Non mi ricordo di avere detto quella frase sugli immigrati”.

E, secondo quanto riportato da Repubblica, ha aggiunto: “Posso assicurare che è qualcosa del tutto lontano da me, lo dice anche la mia vita, il mio impegno nella protezione civile (nel varesotto, fra Cittiglio e Laveno, in provincia di Varese, ndr), nell’aiuto che da volontario ho sempre prestato per tutti coloro che sono in difficoltà”. Il 63enne si è dichiarato “affranto per quanto accaduto”, ha detto di non essere “un violento” ma un semplice “appassionato di archi” tanto da aver partecipato in passato a raduni e manifestazioni dove viene insegnata la disciplina sportiva anche ai più giovani. Il dardo con cui ha colpito Romero l’aveva fabbricata proprio lui, come artigiano.

Scalco, secondo il suo legale, è una persona affranta, non abituato alla violenza. “Quando ho capito quanto successo sono sceso e ho provato a soccorrerlo. Sono tornato a casa per prendere degli asciugamani. Quella sera ero stanco, avevo la musica accesa ma non era alta visto l’ora”. Secondo quanto ricostruito dal Corriere, Scalco era appena rientrato a Genova via mare dopo aver portato una barca da Malta. Una delle prime ipotesi emerse è che l’uomo avrebbe bevuto qualche bicchiere di troppo.

Avatar photo

Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.