Un nuovo Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli che dopo sei mesi sceglie di fatto di autocommissariarsi, affidando l’organizzazione dell’Ente a una società di consulenza e organizzazione contabile esterna nonostante la presenza in organico di un tesoriere (che fa le veci anche del direttore amministrativo non ancora nominato) e tre revisori contabili, oltre a due consulenti esterni nominati ad hoc.

Il tutto, stando a quanto denuncia l’opposizione, senza fornire adeguate spiegazioni in Assemblea. Adesso sarà il Ministero della Giustizia a valutare nelle prossime settimane l’operato dei primi sei mesi del parlamentino forense partenopeo che in questa legislatura già vede una staffetta alla presidenza (Troianiello-Cavalli).

La vicenda rammarica non poco il presidente uscente dell’Ordine degli avvocati Antonio Tafuri, destinatario in questi mesi della propaganda dell’attuale gestione forense nonostante la situazione debitoria e il relativo piano di rientro sia stata cristallizzata lo scorso gennaio (due mesi prima dell’insediamento del nuovo Consiglio) dalla relazione di Due Diligence del dottor Enzo Moretta. 

Avvocato cosa sta succedendo in Consiglio? 

Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una massiccia campagna mediatica del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli riguardo l’affidamento di incarico ad una nota società di revisione. I termini precisi del mandato non sono stati chiariti né è possibile effettuare verifiche negli atti ufficiali perché il verbale non è pubblicato e pare che ancora non sia nemmeno stato approvato.

Come mai?

“E’ stato messo all’ordine del giorno l’argomento ‘incarico alla società di revisione’ ma non c’era nessun documento, nessuna spiegazione né relazione su quello che avrebbe dovuto fare tale società. Così come non c’erano documenti relativi ad offerte di questa società che è stata incaricata, ne’ è stato precisato il compenso o diffuso il contratto. Quindi c’è stata solo una comunicazione formale”.

Come si rientra dalla situazione debitoria?

Il problema che noi abbiamo scoperto alla fine dell’ottobre 2022, imponeva al nuovo Consiglio di nominare un direttore amministrativo al posto di quello che è stato licenziato, peraltro contro il voto dell’attuale presidente. Poi occorreva avviare il piano di recupero sulla base della perizia del dottore Moretta, che era completa e che ha cristallizzato la situazione. Loro non hanno avuto il coraggio di indire l’assemblea e portare proposte impopolari come l’aumento della quota e una vera stretta alle spese. Mi consta, al contrario, che si stiano affrontando spese evitabili, come quelle del consulente e della società di revisione.

Questo perché?

Perché hanno puntato la loro campagna elettorale sul non aumentare la quota di iscrizione. Ma le uniche misure concrete e risolutive poste in essere finora sono state soltanto quelle adottate sino al gennaio 2023: rateazioni, verifica degli inadempimenti fiscali, ravvedimenti, pagamenti alle scadenze, recupero delle tasse consiliari pregresse per circa un milione e 200 mila euro in soli due mesi, convocazioni di circa 3000 morosi, Due Diligence per la ricostruzione della esposizione complessiva verso il Fisco e l’elaborazione di un progetto di massima per il rientro, procedimento disciplinare nei confronti del dipendente. L’attuale dirigenza del Consiglio si oppose a tutte queste attività, salvo avvalersene ora, quando è stata presentata la domanda di rottamazione quater, che ha ridotto grandemente la debitoria.

Perché i risultati presenti nella relazione della Due Diligence non sono stati diffusi?

Evidentemente, gli accertamenti del perito dott. Moretta non erano graditi proprio perché evidenziavano, da un lato, la recuperabilità della situazione, dall’altro lato che gli inadempimenti fiscali e previdenziali più gravi risalivano alle gestioni precedenti il 2019.

Si riuscirà ad avere prima o poi un dialogo tra maggioranza e opposizione?

Lo spero anche se loro per legittimare se stessi e per coprire l’inerzia cercano di far ricadere le responsabilità sulla precedente gestione non chiedendo collaborazione agli attuali consiglieri di opposizione. Peraltro, sin dal giorno successivo all’insediamento del nuovo Consiglio, io (che attualmente non ricopro alcun incarico) e la Consigliera Tesoriera abbiamo offerto totale disponibilità alla collaborazione ma non abbiamo ricevuto nemmeno una telefonata. Dopo varie insistenze, ho personalmente consegnato alla Presidente alcuni atti e documenti, anche riservati, che necessitavano di illustrazione e spiegazioni ma, con sorpresa, ho letto che durante una seduta consiliare ciò è stato negato. Ovviamente, è a mia disposizione il verbale di consegna dei documenti.

Gran parte degli inadempimenti fiscali risalgono a gestioni precedenti il 2019.

Esatto ma, ripeto, l’attuale Consiglio non ha diffuso i risultati della Due Diligence, non li ha pubblicati nemmeno sul sito dell’amministrazione trasparente, a mio modo di vedere era obbligatorio pubblicarla. Relazione che tengono nascosta diffondendo notizie che sono contrastanti rispetto alla Due Diligence.

La vicenda è all’attenzione del Consiglio Nazionale Forense e del Ministero, che rischi ci sono?

L’istanza di commissariamento c’è già. Entro metà settembre il Consiglio dell’Ordine dovrà fornire chiarimenti sulla vicenda e poi sarà il Ministero a fare le opportune valutazioni.

Che consigli si sente di dare al nuovo direttivo?

Vorrei che smettessero di cercare e trovare un colpevole e si rendessero conto finalmente che si tratta di lavorare e di lavorare sodo per cercare di sanare la situazione debitoria. Il 2023 possiamo già dire che è passato, ormai passata l’estate entriamo nell’ultimo trimestre e quindi in quest’anno non si è fatto nulla. La perizia di Moretta dava 4-5 anni di tempo al Consiglio per poter serenamente rientrare nella regolarità. Purtroppo la perdita di un intero anno renderà’ necessaria una operazione di ‘lacrime e sangue’ se si vuole rientrare in questa tempistica. Questo non sarebbe accaduto se si fosse cominciato a lavorare a febbraio del 2023.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.