Il Sì&No del giorno
Gioconda imbrattata, quei fanatici esibizionisti che confondono il diritto col capriccio

Io penso che ai ragazzi contestare lo status quo faccia bene; concorre a formarne la personalità e a vaccinarli dal vero male della nostra società: il conformismo provinciale. Però, se anche si ritiene di combattere una causa giusta (cosa che io non credo proprio), non lo si deve fare danneggiando altri. Qui sta la difficoltà: nell’inventarsi forme di protesta capaci di destare interesse, senza impedire a chi debba andare in ospedale, a lavorare o anche semplicemente a fare ciò che vuole, di farlo.
Per questo non sopporto le orde di catastrofisti che a colpi di “cioè” e con accenti alla Ruggero di Un Sacco Bello (capolavoro di Carlo Verdone) bloccano le autostrade e scambiano la Gioconda per un tiro a segno. Dopodiché sarebbe bello se costoro capissero che più importante che soddisfare il loro egocentrismo da aspiranti protagonisti è, sempre che credano davvero nella causa, studiare per poter avanzare proposte, e per lavorare apportando benefici alla società, senza pretendere di educarla ai propri capricci che spesso sono accompagnati da massimalismi infantili e curricula vitae dove alla voce “titolo di studio” c’è scritto “Battesimo”.
Il diritto all’alimentazione sostenibile non esiste. Ma il mondo che si contesta al grido di “puliamo il pianeta” mentre lo si sporca garantisce a chiunque di potersi nutrire come vuole. Anche in maniera sostenibile, perché no. Basta che chi lo desidera acquisti prodotti congruenti con quella sua sensibilità. Questo è il bello del capitalismo. È che qui ci troviamo di fronte a dei fanatici che esibiscono solo se stessi e la loro convinzione indimostrata che noi cattivoni ce ne freghiamo del cambiamento climatico, dunque andiamo obbligati da loro a pensarla come loro. Poi, basta con la lagna dei diritti. Non confondiamo il diritto col capriccio. Altrimenti di questo passo ci troveremo chi imbratta o da una seconda martellata alla Pietà di Michelangelo a San Pietro perché invoca il diritto alla Porsche di cittadinanza, confondendolo con aspettativa o desiderio. Sono cose assai diverse, a volte opposte.
Il cambiamento climatico è cosa che oggettivamente esiste. Ci si divide sul catastrofismo e sulle soluzioni con cui adattarvici: tornare a un mondo bucolico come propone l’ambientalismo che vorrebbe costituire il comunismo 4.0 o investendo in infrastrutture (è il caso delle vasche di compensazione da farsi in Emilia Romagna) che attenuino danni che la natura ci imporrà sempre, come fa da sempre? Io sono ovviamente per questa seconda. In attesa che questi giovani avanzino anche solo una proposta concreta, volta a migliorare quella che secondo loro è una condizione assassina verso l’ambiente, e sempre in attesa che vadano a imbrattare i musei dei paesi grandi inquinatori, cioè Cina e India (cosi vediamo che fine fate) sappiate che secondo me è giusto arrestarvi se interrompete un pubblico servizio o rovinate qualcosa che è patrimonio di tutti esattamente come l’ambiente che vorreste a vostra immagine e somiglianza e in funzione del quale vorreste costringere tutti noi a uniformarci alle vostre pretese. Dai, andate a lavorare e cambiate il mondo. Se ne siete capaci.
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