Un italiano ha vinto il Nobel per la Fisica 2021. Si tratta del Giorgio Parisi che deve condividere il riconoscimento insieme al giapponese Syukuro Manabe e il tedesco Klaus Hasselmann. Il prestigioso premio quest’anno è stato assegnato “per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi“. Il valore del premio, assegnato dalla Accademia reale svedese delle Scienze, ammonta a 1,15 milioni di dollari.

Le ricerche di Manabe, che ha 90 anni, e Hasselmann, 89, hanno contribuito a definire “la modellazione fisica del clima terrestre, quantificando la variabilità e prevedendo in modo affidabile il riscaldamento globale”. Le ricerche di Giorgio Parisi, 73 anni, invece hanno riguardato “la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”.

Una pausa durata anni

Parisi, fisico teorico dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, è il primo italiano a ricevere il Nobel dopo una pausa durata anni. L’ultimo Nobel a un ricercatore nato in Italia risale al 2007 ed è andato a Mario Capecchi, attivo negli Usa. Ma per risalire a un ricercatore italiano che ha svolto in Italia la maggior parte del lavoro bisogna fare un passo indietro e guardare a 62 anni fa, quando il Nobel per la Chimica fu assegnato a Giulio Natta nel 1959.

Finora sono venti i Nobel assegnati a italiani fin dalle origini del premio. Dei venti riconoscimenti, 12 sono quelli scientifici e di questi cinque sono relativi alla Fisica, sei alla Medicina e uno alla Chimica. Anche nella premiazione c’è un divario di genere. Fra i venti italiani premiati, solo due sono donne. Si tratta di Grazia Deledda, che ha ricevuto il premio per la Letteratura nel 1926, e Rita Levi Montalcini, a cui le è stato dato un Nobel per la Medicina nel 1986.

Chi sono gli altri ricercatori?

Giorgio Parisi è il sesto vincitore italiano del Nobel per la Fisica. Il primo ricercatore italiano è Guglielmo Marconi che, con il tedesco Karl Ferdinand Braun, ha vinto il premio nel 1909 “in riconoscimento del loro contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili”. Dopo una pausa di quasi trent’anni, è il turno di Enrico Fermi che nel 1938 ha ottenuto il Nobel “per la sua dimostrazione dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico e per la relativa scoperta delle reazioni nucleari indotte da neutroni lenti”.
Nel 1959 il riconoscimento va ad Emilio Gino Segrè e allo statunitense Owen Chamberlain “per la loro scoperta dell’antiprotone”.

Nel 1984 è invece la volta di Carlo Rubbia con l’olandese Simon van der Meer “per il loro contributo decisivo al grande progetto che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole”. L’ultimo prima di Parisi, nel 2002, è Riccardo Giacconi, genovese naturalizzato statunitense, “per i contributi pionieristici all’astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X”.

Andrea Lagatta

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