Nel ringraziarvi per le numerose segnalazioni ricevute dopo l’uscita del primo articolo relativo alla mia rubrica Giustizia in-civile, oggi è doveroso affrontare uno degli enormi paradossi del sistema giudiziario Italiano. Sembrerà incredibile ma come avevamo già preannunciato il sistema di giustizia in-civile colpisce addirittura una parte degli stessi Organi Giudicanti, ossia i Giudici Onorari. I magistrati Onorari, ai sensi dell’art. 4 r.d. n. 12 del 1941, appartengono all’Ordine Giudiziario, al pari dei Magistrati cosiddetti “Togati”.

Ad essi, quindi, va garantita autonomia, indipendenza interna ed esterna nonché imparzialità nell’esercizio delle proprie funzioni. Bisogna ricordare che i Magistrati Onorari sono circa 4.548, suddivisi tra Giudici Onorari di Tribunale, Giudici di Pace e Vice procuratori Onorari. Per detti motivi è comprensibile la loro importanza nell’intero sistema Giudiziario Italiano.

Nelle mani di queste persone passano numerose cause civili e anche penali. Rimanendo nel nostro settore, civile, è evidente che i Giudici Onorari svolgono un ruolo fondamentale per la tenuta e l’efficienza dei nostri Presidi di Giustizia. La prima cosa da evidenziare è che dette professionalità vengono pagate a “cottimo” ossia ad udienza o a provvedimento. Essi non godono dei diritti normativi, retributivi, previdenziali ed assistenziali del “lavoratore comparabile”.

Per chi non conosce la questione sembrerà qualcosa di poco conto e recente. Ma l’ossimoro giudiziario dura da oltre 25 anni, ossia da quando sono stati istituiti formalmente i Giudici di Pace ( oltre 30 anni) e i Giudici Onorari di Tribunale e i Vice Procuratori Onorari (oltre 25 anni). Tutto ciò ha avuto e continua ad avere dei risvolti proprio nel sistema giudiziario italiano ed europeo.

Infatti, dal 2016 pende contro l’Italia una procedura d’infrazione per il mancato riconoscimento nel nostro ordinamento interno dei diritti dei Magistrati Onorari quali lavoratori. Ed ecco l’assurdità del nostro sistema Giudiziario. Buona parte dei Giudici Italiani svolge il proprio lavoro in maniera non tutelata e conforme alle normative non solo Europee ma di moderna civiltà giuridica. Questa situazione comporta una marea di interrogativi e contraddizioni. Già nel 2017, dopo l’apertura della procedura di infrazione, lo Stato italiano ha varato una riforma che la Commissione Europea, con la prima messa in mora del 15/07/2021, ha ritenuto non sanasse la violazione dei diritti di lavoratori dei Magistrati Onorari già manifestatasi in precedenza e ha intimato all’Italia di rivedere una normativa considerata discriminatoria rispetto a quella prevista per il “lavoratore comparabile”, nonché carente di strumenti risarcitori per la reiterazione abusiva dei mandati a termine, protrattasi per decenni.

Questa messa in mora seguiva di un anno la pronuncia della Corte di Giustizia “UX” del luglio 2020, che ha riconosciuto la qualifica dei magistrati europei e di lavoratori ai Magistrati Onorari Italiani e la Sentenza n. 267/2020 della Corte Costituzionale che ha riconosciuto la identità di funzione giurisdizionale svolta dal Magistrato “togato” e da quello “Onorario”. Nel dicembre 2021 a seguito di dette pronunce veniva approvata, con la legge di bilancio che garantiva i fondi, una nuova riforma, integrativa e non sostitutiva della precedente, che ugualmente non sanava del tutto le violazioni già evidenziate, pur prevedendo una procedura di stabilizzazione analoga a quelle previste in vari settori della P.A. Oggi solo un terzo circa dei Magistrati Onorari ha potuto accedere alla procedura di stabilizzazione voluta dalla ministra Cartabia.

Ma detta procedura non porterà a sanare le illegittimità del passato e a riconoscere i diritti fondamentali quali: il riconoscimento dei contributi previdenziali e assistenziali del passato, la retribuzione non quella dovuta ma quella di un funzionario amministrativo. Per detti motivi, come ci ha sottolineato con una lettera il Presidente della Associazione Giudici Onorari di Tribunale, Pietro Paolo Pisani, ad oggi i Magistrati italiani sono ancora in attesa di una definizione definitiva del proprio status normativo e retributivo. Il tutto con il rischio sempre più probabile, vista l’ultima audizione a Bruxelles della Magistratura Onoraria del 25 maggio scorso, della conclusione definitiva della procedura di infrazione contro lo stato italiano.

Con il grave paradosso che potrebbero essere colpiti anche i fondi del PNRR relativi alla Giustizia. Insomma, l’emblema dell’ingiustizia in-civile italiana. Per concludere un aggiornamento del caso raccontato nel primo articolo. Se vi ricordare eravamo in attesa della fissazione dell’udienza per il Reclamo avverso un provvedimento cautelare. Bene è stato fissato ma non a breve, ossia a novembre. Ma oltre a questo piccola sorpresa. Il Collegio Giudicante, formato da tre magistrati, vede come Presidente il Precedente Giudice che aveva partecipato e deciso una fase della causa di “primo grado”. Non dovrebbe succedere ma non è una novità. Occorrerà far presente incompatibilità e perdere altro tempo.

Aspetto le vostre segnalazione sempre all’indirizzo: avvandreaviola@tiscali.it

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Andrea Viola, Avvocato, Consigliere Comunale Golfo Aranci, Coordinatore Regionale Sardegna Italia Viva; Conduttore Rubrica Vivacemente Italia su Radio Leopolda