Il caso Nocera Inferiore
Giustizia sempre più a pezzi, lascia il presidente del Tribunale di Nocera Inferiore: “Nessuno ci ascolta”
In Campania la giustizia è a pezzi, e perde pezzi. Ci sono criticità e situazioni che si trascinano da anni, o sarebbe meglio dire lasciate a trascinarsi per anni, perché non riguardano inchieste show, processi mediatici, uffici giudiziari strategicamente o politicamente grandi o rilevanti, contesti di particolare interesse per correnti o chissà cos’altro. Si tratta di piccole realtà giudiziarie di provincia. E poco conta che si tratti di cittadini che come tutti gli altri, di qualunque grande città o distretto giudiziario devono avere gli stessi diritti, le stesse possibilità di poter ricorrere alla giustizia e da questa avere risposte.
Si resta avvolti nel silenzio delle istituzioni più alte, relegati nell’indifferenza di altri, dimenticati in attese (quelle di una risposta dalla giustizia) che creano incertezza e ingiustizia. Ieri si è arrivati al punto che il presidente del Tribunale ha rassegnato le dimissioni. Parliamo del tribunale di Nocera Inferiore. Il magistrato Antonio Sergio Robustella si è dimesso dalla guida del Tribunale di via Falcone. Non è cosa frequente. Un gesto dimostrativo, un gettare la spugna. La reazione di fronte a problemi segnalati da tempo, denunciati anche da avvocati e da alcuni politici che ne hanno fatto interrogazioni parlamentari, ma puntualmente ignorati.
Nemmeno la settimana di astensione dalle udienze attuata di recente dagli avvocati per attirare l’attenzione sulle difficoltà di questa parte di giustizia campana avevano sortito effetti, come non ne avevano sortiti i flash mob, le lettere e le interrogazioni al ministero della Giustizia. Eppure il Tribunale di Nocera Inferiore copre un ampio territorio, dovendo assicurare un servizio giustizia a una grande parte di popolazione della Campania a sud di Napoli e della sua area vesuviana.
A Nocera un magistrato può arrivare a dover trattare anche duemila fascicoli; nell’Ufficio del giudice di pace, per il settore amministrativo, risultano in servizio cinque unità sulle tredici previste, di cui una in maternità; per i servizi che riguardano la gestione dei ruoli civili e penali di dieci giudici di pace operano solo cinque dipendenti e un ausiliario; per avere anche solo un semplice certificato ci sono tempi di attesa e l’orario di apertura delle cancellerie è stato ridotto al minimo. La notizia, ora, delle dimissioni del presidente del Tribunale fa cedere ancora di più le già fragili fondamenta di questo ufficio giudiziario. A parte qualche politico locale e qualche deputato nessuno sembra aver risposto alle varie richieste di intervento che ci sono state in questi anni. Ora cosa accadrà? Ministero, Csm, Corte d’appello qualcuno batterà un colpo?
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