Non è una novità che l’andamento della giustizia viaggi di pari passo con la crescita e lo sviluppo di un territorio. Ma ora che la ministra per il Sud ha fatto sapere di aver avviato «una sinergia di azioni e risorse con la ministra della giustizia» si potrebbe immaginare l’inizio di un nuovo corso, a patto che si provvederà, questa volta concretamente, a risolvere il grande problema della lentezza dei processi. «Lo scopo – ha spiegato Mara Carfagna durante un’audizione nelle Commissioni Bilancio e Politiche europee di Camera e Senato – è diffondere nel Meridione le buone prassi organizzative già sperimentate in uffici giudiziari del Nord e attuare politiche di coesione sul territorio attraverso gli uffici di prossimità, finanziati dal Pon Governance».

I concetti chiave sono, quindi, organizzazione e uffici di prossimità. E il pensiero va inevitabilmente alla realtà campana, ai disagi legati alle carenze di personale, ai ritardi e alle difficoltà nei processi di informatizzazione, alle criticità di una certa edilizia giudiziaria e ai grandi numeri, quelli che caratterizzano sia la mole di processi che i tempi di durata di ognuno di essi. Quello degli uffici di prossimità è un progetto che mira a promuovere un servizio Giustizia più vicino al cittadino, «realizzando una rete di uffici in grado di offrire servizi omogenei in materia di volontaria giurisdizione diretti soprattutto alle cosiddette “fasce deboli”, decongestionando l’accesso ai Tribunali grazie alla collaborazione e il coinvolgimento degli enti locali e il supporto dei sistemi informatici, anche attraverso l’utilizzo del Pct nelle sue forme più evolute», si legge sul sito del Pon Governance, il Programma operativo nazionale che si propone di finanziare interventi per rafforzare le capacità della pubblica amministrazione nel Paese.

Ma come tradurlo, per esempio, nella realtà della Campania? Una realtà dove ci sono sedi giudiziarie molto eterogenee, dove convivono grandi e piccoli tribunali, dove c’è una notevole domanda di giustizia per via di un elevato numero di contenziosi civili e di un alto tasso di delinquenza che ricade sul settore penale, dove ci sono situazioni come quella del Tribunale di Vallo della Lucania che, complice la carenza di magistrati e cancellieri, conta circa 1.500 procedimenti pendenti per ogni ruolo e “vanta” il processo più lento con una causa per questioni ereditarie che dal 1966 non è ancora arrivata a sentenza. E situazioni come quelle degli uffici di giudice di pace dove il percorso di telematizzazione è ancora lontano nonostante la mole di contenziosi, dove si registrano rinvii nell’80% dei casi e tempi biblici spesso anche per le iscrizioni a ruolo di nuove cause. Per non parlare della situazione sulle isole: a Capri, Ischia e Procida la giustizia arranca più che mai soprattutto perché manca il personale.

A Capri, senza un cancelliere in pianta stabile e con il decesso dell’unico dipendente in servizio all’ufficio del giudice di pace, a inizio anno è stato necessario trasferire temporaneamente l’ufficio a Napoli. Ischia è una sede distaccata del Palazzo di Giustizia di Napoli che da sei anni viene tenuta in vita a forza di proroghe (fino al 31 dicembre 2022 secondo l’ultimo Decreto Milleproroghe): qui, delle undici unità di personale amministrativo previsto, ne risultano in servizio quattro e nemmeno tutte stabilmente, perché due sono applicati da altri uffici giudiziari, e siccome manca un funzionario giudiziario, sostituito solo per brevi periodi da cancellieri inviati da Napoli, si registra un ritardo notevole nella pubblicazione delle sentenze, nel pagamento dei giudici e in vari altri adempimenti.

A Procida, infine, nel settore penale ci sono 25 procedimenti pendenti ma i tempi di definizione sono lunghi perché presso il Giudice di Pace non è presente un giudice titolare ma ci sono giudici che si alternano di sei mesi in sei mesi con tutti i disservizi che questa alternanza comporta. E addirittura, come emerge dall’ultima relazione del presidente del Tribunale, «l’ufficio è ancora in attesa di due computer e di uno scanner richiesti da tempo».

Avatar photo

Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).