Raggiunto dal Riformista, Andrea Marcucci, ex capogruppo del Pd al Senato, ex senatore, già membro di Base riformista, interviene sul Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo (Gruppo S&D) che sta per cambiare il proprio nome.

Il Pd quindi cambia nome in Europa?
Me lo sentivo, le premesse c’erano tutte, con Elly Schlein insediata al Nazareno si archivia definitivamente la gloriosa storia di un Partito che era nato per riunire i migliori riformismi.

In Italia la segretaria stringe una relazione esclusiva con Maurizio Landini. Che ne pensa?
Mi sembra che Elly Schlein ripercorra una strada battuta per decenni dalla sinistra, fin dai tempi della celeberrima cinghia di trasmissione. Per dire che non c’è nulla di nuovo, abbandonata per sempre la vocazione maggioritaria, il Pd cerca di stringere sull’appartenenza, per questo il rapporto con la Cgil è così importante. Temo che la Meloni sia molto contenta di questa svolta.

Tutto questo prevede anche un rapporto sempre più stretto con Conte e con il M5S?
Conte per ora è considerato un concorrente, Pd e M5S insistono prevalentemente nello stesso elettorato. Temo che da questo punto di vista, il progetto del Pd sia più ambizioso: ridurre il M5S ed acquisirne l’agenda. Ci sono dei temi in particolare in cui è già così: le infrastrutture, la giustizia, ad esempio.

Sulla guerra in Ucraina, almeno formalmente le posizioni però sembrano divergere..
Temo che sia un dato provvisorio, vedo emergere sempre più dubbi nella posizione di molti dirigenti del Pd. Dio non voglia, che anche su questo il Pd ammaini la sua bandiera, è stato il partito del ministro Guerini e di un segretario come Enrico Letta, che pur non avendone azzeccate molte, ha il merito di aver schierato il Pd dal primo momento a fianco dell’Ucraina.

Lei ha aderito ad un piccolo partito che gravita nell’orbita del terzo polo, Liberali democratici europei. Cosa farà ora?
Sono salito sul carro nel momento della sciagurata rottura tra Azione ed Italia Viva, per dirla con una battuta. Lavorerò solo per creare le condizioni di una federazione liberaldemocratica alle Europee aperta a tutti ed inclusiva. Penso ad Italia Viva, a Più Europa, a Lde, ai popolari, certamente anche ad Azione se vorrà. La svolta europea del Pd ci impone di costruire un raggruppamento più forte possibile di Renew Europe.

Alessio De Giorgi

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