Potrebbe essere una campagna di disinformazione o l’ennesima perla della galassia complottista, fatto sta che la cospirazione secondo la quale la guerra in Ucraina sia tutta una storia inventata e manipolata è diventata virale e fa gioco anche alla propaganda di Vladimir Putin. Il Presidente russo aveva lanciato l’invasione parlando di “operazione” per “smilitarizzare” e “denazificare” l’Ucraina. Dilettantesco a confronto della grandissima teoria secondo la quale il conflitto sia interamente un’invenzione dei media, una trovata degna del complotto sullo sbarco sulla Luna interamente inventato negli studi di Hollywood.

Il complotto segue quell’altro delirio circolato sui social network secondo il quale Putin avrebbe lanciato l’invasione per bloccare un virus creato da scienziati ucraini con la Nato. Certamente. Sarebbero quindi tutte finte le immagini dei civili in fuga, dei cadaveri, dei bambini costretti a fuggire con le famiglie all’estero (oltre due milioni i rifugiati secondo le Nazioni Unite), delle città dilaniate dai bombardamenti e dall’artiglieria russa.

Il complotto della guerra-fake news prende spunto da alcune immagini fatte girare sui social: il video di un giovane uomo cui una donna cosparge di sangue finto il viso; il video in cui un giornalista parla in diretta davanti a una fila di cadaveri chiusi in sacchi di plastica e all’improvviso i corpi cominciano a muoversi e a parlare; il video che mostra due ucraini con fucili di legno. E quindi in ordine, il fact checking cui sono stati costretti diversi media: il primo video era stato girato sul set della serie tv Contamin del 2020 in Ucraina; il secondo era stato girato durante una protesta contro il cambiamento climatico a Vienna ai primi di febbraio; il terzo mostrava l’addestramento di civili ucraini dei mesi scorsi.

 

Queste notizie, rilanciate e diffuse sui social, son sfruttate dalla propaganda del Cremlino che insiste a mostrare immagini di abbracci e sorrisi degli ucraini gioiosi di accogliere i militari russi come liberatori. Al contrario sono proprio i cittadini ad aver dato nerbo e carattere alla resistenza. La Duma la settimana scorsa ha inoltre innalzato a 15 anni gli anni la detenzione per chi diffonde quelle che il Cremlino considera fake news. Precedentemente era stato vietato ai media l’uso delle parole “guerra” o “invasione”. Almeno 150 inviati e corrispondenti stranieri avrebbero lasciato il Paese secondo l’ong OVD-Info.

Una delle prime bufale a girare dopo l’operazione lanciata da Putin era stata quella dell’attore Steven Seagal, dato sul campo in guerra a fianco dei russi, notizia smentita dallo stesso attore. Il diplomatico russo Dmitrij Polyanskij, vice-ambasciatore di Mosca all’Onu, aveva invece twittato immagini della falsa uccisione di un giornalista in Ucraina, accusando la Cnn di diffondere fake news. Anche quelle immagini, come nel caso di Seagal, arrivavano da un falso account della Cnn, ora sospeso da Twitter.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.