Ucraina, un anno dopo. Dare una chance alla pace. Magari nella “neutrale” Svizzera. Colloqui segreti “non a livello più alto” per raggiungere un accordo di pace sulla guerra in Ucraina sarebbero in corso a Ginevra in Svizzera. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Berna, Ignazio Cassis al quotidiano Le Temps. «Un giorno questa guerra finirà attraverso un negoziato. Costruire la pace è un affare complicato che necessita molta diplomazia», ha detto Cassis.

La Svizzera fa «tutto il possibile» all’Onu, assicura. «Ma siccome la Russia ha diritto di veto, è quasi impossibile fare qualcosa». Per questo, conclude una soluzione imminente è molto difficile «a meno di un miracolo». «Offriamo sempre i nostri servizi – ha spiegato ancora – tuttavia, la questione è quale approccio adotteranno Russia e Ucraina». Give peace a chance. Perché “La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno”. Nel primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina le piazze di tutto il continente si animeranno – su iniziativa di Europe for Peace – per chiedere reali percorsi di pace.

In Italia sono già previste iniziative in cinquanta città, più di venti in Germania, Spagna e Portogallo, almeno quindici in Francia, e poi nel Regno Unito, in Belgio e in Austria. In Italia le iniziative contro la guerra in Ucraina hanno preso il via con la Marcia per la Pace straordinaria da Perugia ad Assisi svoltasi ieri notte. Oggi 25 febbraio si concluderà la grande fiaccolata per la pace promossa dalla coalizione nazionale dei pacifisti. Oltre a Roma scenderanno in piazza i cittadini di Milano, Torino, Napoli, Bari, Palermo, Cagliari, Firenze, Bologna, ma anche Berlino, Francoforte, Amburgo, Barcellona, Madrid, Siviglia, Parigi, Londra, Bruxelles, Vienna. Tutto nel solco della grande manifestazione nazionale dello scorso novembre a Roma, a cui parteciparono secondo gli organizzatori almeno 100 mila persone.

E intanto, mentre a New York l’Assemblea generale delle Nazioni Unite vota in nottata a larga maggioranza una bozza di risoluzione – non vincolante, come tutti i documenti approvati dall’Assemblea, ma di indubbio valore politico – che condanna l’invasione delle truppe russe come uso intenzionale della forza contro l’integrità territoriale di uno Stato e chiede il loro ritiro immediato in vista di una pace “giusta”– in Italia continuano le polemiche sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulla guerra. A gettare altra benzina sul fuoco è un passaggio dell’intervista rilasciata a Repubblica dall’incaricato d’affari Usa a Roma Shawn Crowley, nel quale afferma: “Berlusconi sta pensando al 2002, a Pratica di Mare, l’anno in cui crede di aver aiutato a mettere fine alla guerra fredda”.

Dura la reazione del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che su Twitter punta il dito contro il rappresentante dell’ambasciata Usa in Italia. Le accuse di Crowley su Pratica di Mare sembrano voler dire, sostiene Gasparri, “come se Berlusconi non avesse offerto un importante contributo in quella fase di dialogo e di pace. Crowley precisi. E sia più rispettoso della verità della storia”.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.