Sul recente blitz di Ultima Generazione avvenuto lo scorso weekend nella Fontana di Trevi a Roma, abbiamo chiesto nel nostro “Si&No” al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e al leader dei Verdi Angelo Bonelli se gli attivisti di Ultima Generazione sono solo dei vandali?

Questa la visione del primo cittadino della Capitale: 

Dopo la facciata di Palazzo Madama, la Barcaccia a Piazza di Spagna e la Fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona, due giorni fa è stato il turno del carbone vegetale nella Fontana di Trevi. Da una prima valutazione fortunatamente non dovrebbero esserci danni permanenti. Ma il rischio, anche questa volta, è stato notevole. In ogni caso, è stato un altro intervento complesso e costoso, con lo spreco di 300 mila litri di acqua. La questione climatica è la più importante e più urgente tra le sfide che viviamo, le temperature medie globali continuano a essere sempre più alte e gli eventi metereologici estremi sono sempre più frequenti, come ha dimostrato la tragica alluvione in Emilia-Romagna, a cui tutta l’Italia si sta stringendo in questo momento difficile di sofferenza.

Sottovalutare i cambiamenti climatici, o ancora peggio negarli, è un tragico errore. Ma le azioni dimostrative di questi giovani attivisti non sono il modo giusto per condurre una battaglia su questi temi. Non solo perché si rischia seriamente di danneggiare beni preziosi come i nostri monumenti e si costringono le Amministrazioni pubbliche a interventi di ripristino molto costosi, che hanno un impatto sull’ambiente. Ma anche perché simili gesti si rivelano controproducenti, rischiando di ridurre il consenso presso l’opinione pubblica nei confronti della giusta battaglia per l’ambiente e per il clima. Voglio insistere su questo punto: contrastare i cambiamenti climatici abbattendo le emissioni di Co2 è una sfida decisiva per il futuro dell’umanità.

Purtroppo, è ancora diffusa la tendenza a negare o sminuire questa emergenza e l’esigenza di politiche più coraggiose a tutti i livelli, per contenere entro 1,5 gradi l’aumento delle temperature. Ciò richiede non solo coerenza e determinazione da parte dei decisori pubblici, ma anche la formazione di un forte e ampio movimento di opinione e di un fronte sociale e pubblico che coinvolga e mobiliti la maggioranza della popolazione.

Per questo, associare le battaglie per il clima e l’ambiente a forme di lotta sbagliata è il miglior regalo che si possa fare ai negazionisti e a quanti si oppongono al necessario cambiamento delle politiche pubbliche e dei comportamenti privati. La causa ambientale è troppo importante e richiede unità tra le forze ambientaliste e assunzione di responsabilità sulle sue forme.

Roma è in prima fila nel contrasto ai cambiamenti climatici. Siamo stati selezionati dall’Unione Europea tra le 100 città che hanno scelto di anticipare al 2030 gli obiettivi di neutralità climatica e stiamo lavorando con la Commissione a un programma ambizioso e concreto di cambiamento, con il quale vogliamo creare benefici per cittadine e cittadini, famiglie e imprese.

Abbiamo un programma di investimenti che non ha paragoni con il passato, grazie a 10 miliardi di euro tra fondi Pnrr e risorse europee, nazionali e comunali che ci consentiranno di realizzare quattro nuove linee di tram, di completare la metro C, di riqualificare rendendole sostenibili centinaia e centinaia di scuole. Inoltre stiamo realizzando impianti per l’economia circolare e progettando grandi investimenti sulle comunità energetiche.

Non solo, stiamo affrontando l’altro grande aspetto della crisi climatica che la terribile alluvione in Emilia Romagna ci conferma non essere più rinviabile, ossia l’adattamento climatico: abbiamo coinvolto il mondo della ricerca scientifica per comprendere come affrontare i rischi e la vulnerabilità della città in uno scenario dove aumenterà la temperatura e si ripeteranno con più intensità e frequenza alluvioni e ondate di calore. A settembre presenteremo la strategia di adattamento di Roma per rispondere a queste sfide, vogliamo costruire un dibattito serio sulle scelte che dovremo prendere per mettere in sicurezza la nostra Capitale, con tutte le istituzioni, il mondo delle imprese, le associazioni ambientaliste. Sono quindi assolutamente convinto che sia giusto e molto positivo che la società civile, a partire dai più giovani, si faccia sentire chiedendo un impegno incessante su questi temi.

Ma, ribadisco, è indispensabile scegliere forme diverse per esprimere le proprie opinioni e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di ridurre l’uso delle fonti fossili. Attorno ad un tema sul quale si gioca il futuro di tutti, come società e come Paese abbiamo il dovere di unirci, non di dividerci.

Roberto Gualtieri

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