Per fortuna attraverso i social network diventano virali anche le ‘buone notizie’ o le ‘buone iniziative’ non solo le fake news e gli avvenimenti tragici. E questo dato in questo drammatico momento di guerra è decisamente importante e confortante. Lo voglio raccontare con cognizione di causa a seguito della campagna dei “Luoghi del sapere per la pace” ideata dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Una dimostrazione concreta di come sarà pur vero che la cultura non può fermare materialmente i missili russi sull’Ucraina ma è altrettanto vero che le numerose prese di posizione, anche forti, contro la ‘cultura della guerra’ da parte dei luoghi e degli esponenti della cultura italiana ed internazionale sta concretamente aiutando l’opinione pubblica, anche russa, a provare a sovvertire la situazione politica che ha generato questo drammatico e pericoloso conflitto.

La mia Università subito dopo le prime bombe russe sull’Ucraina ha scelto di ‘assediare’ il cuore del centro storico di Napoli con le bandiere arcobaleno per la pace. Con un messaggio inequivocabile: i luoghi del sapere si debbono schierare per la pace. “Il sapere non può essere con la guerra, perché la guerra è un fenomeno di irrazionalità – ci ha spiegato il Rettore del Suor Orsola – Lucio d’Alessandro – mentre la razionalità umana è per la costruzione della pace, per la ricerca di sempre nuovi equilibri, per una socialità rinnovata e pacifica tra gli uomini e tra le istituzioni politiche”. E allora dalla terrazza del Complesso di Santa Lucia al Monte accanto alla vigna di San Martino al Palazzo del Gaio Sapere in via Chiaia a due passi da Piazza Plebiscito: l’Università Suor Orsola Benincasa si è ‘schierata’ sul fronte della pace tappezzando di bandiere arcobaleno a sette colori tutte le sue sedi. Dal Dipartimento di Scienze umanistiche nel Complesso di Santa Caterina da Siena nel cuore dei Quartieri spagnoli al Dipartimento di Scienze formative, psicologiche e della comunicazione nella storica sede monumentale del Corso Vittorio Emanuele.

Un appello alla pace ribadito anche con le lezioni inaugurali del secondo semestre dell’anno accademico in corso. Tre corsi, per nulla scelti a caso, come Storia del Mediterraneo, Pedagogia della politica e Culture, identità e religioni si sono ‘uniti’ per una ‘lezione’ sui valori della pace e dell’integrazione tra i popoli con gli interventi dei docenti Guglielmo de’ Giovanni-Centelles, Ottavio Di Grazia e Fabrizio Manuel Sirignano, che è anche il direttore del Centro internazionale di ricerca Francesco Saverio Nitti per il Mediterraneo. Proprio quest’ultimo ci ha evidenziato il ruolo fondamentale del sistema scolastico e universitario e delle istituzioni scientifiche e culturali al servizio della pace “perché quando scoppia una guerra c’è stato innanzitutto un corto circuito educativo nella cultura dei Paesi che l’hanno provocata”. Un messaggio forte, quello dei “Luoghi del sapere per la pace”, che per fortuna non si è fermato nelle aule dell’Ateneo Napoletano.

Pochi giorni dopo, solo per iniziare a citare uno dei tanti esempi, è stato raccolto dalla città di Cicerone, la celeberrima Arpino, dove il prof. Guglielmo de’ Giovanni-Centelles, professore straordinario di Storia del Mediterraneo al Suor Orsola, è cittadino onorario. “Le pietre parlano di pace” è stato il titolo dell’iniziativa rivolta alle scuole dell’antica Terra di Lavoro. La performance artistica, curata da Carla Moreno, ha visto la realizzazione – con i sassi del Liri, del Fibreno e del Garigliano – da parte dei ragazzi di una serie di pietre dipinte con il motto “Pacem in terris”. Dall’Abbazia di San Michele, attraverso le antiche strade del borgo illustrate dalla geologa Maria Manuel, un corteo ha raggiunto l’acropoli di Civitavecchia dove Massimo Struffi ha illustrato il “Libro delle Pietre della Pace”, riscoprendo l’epigrafe “Dio dell’Alleanza” dettata da san Giovanni Paolo II. Accompagnati nel prato sotto la Torre dalla musica blues di Alfredo Imbriglio, i ragazzi hanno completato l’installazione artistica delle pietre dedicate alla pace. Pietre celesti e gialle come la bandiera dell’Ucraina, pietre bianche con la croce dei “Marianer” dell’Ordine Teutonico che hanno patrocinato l’iniziativa.

Uno dei sassi della Pace, dedicato da Carla Moreno all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, reca significativamente la scritta: “Opus iustitiae pax”. Una scritta che sarà metaforicamente sottesa alla tavolata di studiosi russi ed ucraini organizzata da Amico Bio Arena Spartcus, il primo ristorante al mondo nato in un sito archeologico, venerdì dalle 12 alle 15 all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere. La città di Spartaco ospiterà un evento quanto mai esemplificativo di un messaggio di pace: “L’arte della pizza per l’integrazione interculturale”, un live cooking speciale dedicato all’arte della pizza partenopea che vedrà impegnati ‘a quattro mani’, il maestro pizzaiolo napoletano Errico Porzio e il giovane talento emergente dei moderni impasti della pizza, Ibrahim Sarra. Una testimonianza concreta di come i saperi ed i sapori possano essere un grande volano di integrazione interculturale: dalle tavole di un ristorante alle scrivanie delle Università.