Pubblichiamo le parole con cui l’autore di “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij” ha denunciato, visibilmente emozionato, la decisione dell’Università Bicocca di annullare il suo corso. Decisione poi rientrata, viste le polemiche. Paolo Nori ha fatto sapere di non aver ancora deciso se andare o meno.

Sono arrivato a casa e ho aperto il pc e ho letto una mail che arrivava dalla Bicocca. Diceva: “Caro professore, stamattina il prorettore e la didattica mi hanno comunicato la decisione presa con la rettrice di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto è un momento di forte tensione”. Il corso sui romanzi dell’autore russo doveva cominciare mercoledì e prevedeva quattro lezioni. Mi avevano invitato loro. Trovo che quello che sta succedendo in Ucraina sia una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole: censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia ma anche essere un russo morto che, quando era vivo, nel 1849, è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita, lo è. Che un’università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere.

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