Le storie più drammatiche sono quelle dei bambini in fuga dalla guerra senza i genitori. Piccoli salutati alla frontiera dai papà costretti a combattere una guerra che non volevano e dalle mamme arruolate per dare supporto e aiuto ai combattenti. È il risvolto più triste della guerra che si sta scatenando in Ucraina. Sono già una trentina i bambini arrivati da soli e la comunità ucraina di Pagani si sta attivando per dare loro accoglienza e cure.

Anche a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, la catena della solidarietà è più forte che mai. Sono stati spediti pacchi con abiti, garze e farmaci per e medicazioni e beni di prima necessità da inviare alle popolazioni ucraine. Il Comune di San Giorgio ha allestito un punto di raccolta presso la sede della Protezione civile e ha aperto un conto corrente per raccogliere fondi da devolvere alla popolazione ucraina (dati e Iban sono sul sito del Comune di San Giorgio a Cremano). È lungo l’autostrada per la Polonia che si muove la solidarietà dei napoletani. Dalla Polonia arrivano i bus con i profughi, soprattutto donne, anziani e bambini, e per la Polonia ripartono carichi di tutto ciò che può essere utile a chi è rimasto in Ucraina a combattere e resistere all’attacco russo: coperte, indumenti, alimenti e farmaci. Il grande cuore di Napoli.

A meno di dodici ore dall’apertura da parte del Comune di Napoli del form per offrire la disponibilità ad aiutare i profughi ucraini in arrivo, sono già pervenute oltre 600 mail con le quali si offrono circa 580 posti di cui la metà in case ad uso esclusivo. E sono 180 le offerte di medicinali, oltre alla disponibilità di circa 100 psicologi e 150 mediatori. «Sono molto colpito dalla risposta travolgente dei numerosissimi cittadini napoletani che hanno risposto al nostro appello mettendo a disposizione non solo camere ma anche intere case. I napoletani confermano ancora una volta di avere un cuore grande’», ha commentato l’assessore alle Politiche sociali Luca Trapanese.

Intanto in Prefettura è stata istituita la cabina di regia ed è stato definito il processo di accoglienza e di accompagnamento dei rifugiati: sono stati predisposti due centri di registrazione mobili, che si occuperanno di redigere un documento provvisorio e di effettuare i tamponi Covid, e al Covid residence dell’Ospedale del Mare ci sarà un secondo screening sanitario più completo. I rifugiati potranno restare all’interno della struttura per 48 ore. Se non saranno rilevati problemi di salute, il Comune, con l’assessorato al Welfare, si occuperà di ricollocare e accogliere i nuclei familiari nelle strutture che stanno aderendo al form che da ieri è on line sul sito del Comune di Napoli. Si prediligeranno strutture autorizzate, alberghiere ed extra alberghiere, ostelli e comunità e, in seconda battuta, gli alloggi privati.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).