Mamma ucraina e papà russo, lei ballerina del San Carlo di Napoli. Karina Samoylenko ha rivolto un appello per la pace e la solidarietà attraverso i canali social del Teatro. “Sono nata in Italia – dice – ma mia madre è ucraina e il mio papà è russo e per questo mi sono sempre sentita un po’ speciale. In questo momento di conflitto vorrei mandare un messaggio di pace. Io, come tanti, sono la dimostrazione di quanto può nascere dall’amore di questi due paesi. Ci tengo tantissimo a ringraziare tutto il Teatro per l’iniziativa di solidarietà che sta promuovendo, con l’augurio che tutto possa finire presto”. Un messaggio che arriva mentre in Ucraina piovono ancora bombe e sale la tensione e la paura di un conflitto mondiale.

Nel frattempo, Napoli si prepara ad accogliere migliaia di profughi. «Non è chiaro il numero di persone che arriveranno in Campania, a Napoli e nell’area metropolitana – ha fatto sapere il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – questo perché la distribuzione è spesso legata alla presenza di contatti sul territorio, di parenti o conoscenti, ma ci aspettiamo numeri di decine di migliaia di persone. Al momento non abbiamo criticità». Il primo cittadino poi ha sottolineato che «l’organizzazione deve essere flessibile. La linea che stiamo seguendo è di iniziare da sistemazioni in spazi di tipo pubblico gestiti da associazioni». Ma non manca la solidarietà dei cittadini che hanno aperto ai rifugiati le porte di casa. «C’è anche una grande accoglienza da parte di famiglie private – ha spiegato Manfredi – che però va incanalata in un sistema organizzato e regolarizzato». Manfredi ha aggiunto che «il sistema deve ampliarsi progressivamente in base alle richieste che arrivano».

Mentre Napoli si prepara all’arrivo di chi scappa dalla guerra, il Viminale ha fatto sapere che dall’inizio del conflitto sono arrivati in Italia 21.095 profughi, in prevalenza donne e minori e che le principali destinazioni rimangono Roma, Milano, Napoli e Bologna. Alta l’attenzione di Palazzo San Giacomo per controllare l’arrivo e la sistemazione dei rifugiati ucraini. «In Italia si aspettano fino a un milione di profughi – ha proseguito Manfredi – e senza un’organizzazione capillare non solo possiamo avere problemi nell’immediato ma la grande preoccupazione è sul medio termine. Dobbiamo pertanto fare in modo che la macchina dell’accoglienza sia stabile e che possa durare nel tempo”.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.