Lo stadio alle spalle, la maglietta in bella vista, la rituale stretta di mano: Catello Maresca sembrava il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis quando ha presentato l’acquisto della coalizione che lo sosterrà alle prossime comunali in programma il 3 e il 4 ottobre. Il gergo calcistico non è casuale, visto che l’ultimo arrivato nella squadra del centrodestra è Hugo Maradona, ex centrocampista di Napoli e Ascoli.

Il fratello del più noto Diego Armando sarà il capolista di Napoli Capitale, la formazione dell’ex eurodeputato Enzo Rivellini che appoggerà Maresca nella corsa per Palazzo San Giacomo. «Il nostro progetto civico sostenuto dal centrodestra è composto da persone che si mettono al servizio della città», ha precisato Maresca riferendosi a Hugo Maradona che, in un’intervista al Mattino, aveva già fatto sapere di voler scendere in campo per avvicinare i bambini napoletani allo sport. La replica dal fronte opposto non si è fatta attendere. E così Diego Armando Junior, figlio del Pibe de oro con un passato da calciatore e un presente da allenatore, ha chiarito che non voterà mai per un candidato sponsorizzato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. D’altra parte l’attuale allenatore del Napoli United, squadra che milita nel campionato di Eccellenza, si professa sostenitore di Sergio D’Angelo, l’ex assessore che ha recentemente ritirato la candidatura a sindaco per confluire nella coalizione di centrosinistra capitanata da Gaetano Manfredi.

All’orizzonte, dunque, c’è uno scontro elettorale tra zio e nipote? Si vedrà. Certo è che la discesa in campo di Hugo e quella (finora ipotetica) di Diego junior restituisce l’immagine di una politica così poco sicura di sé da non riuscire a resistere alla tentazione di raccattare qualche centinaio di voti attraverso operazioni dai contenuti piuttosto inconsistenti. Per carità, magari sia Hugo sia Diego junior entreranno in Consiglio comunale e daranno un contributo importante alla ricostruzione di una città devastata dal populismo e dal vuoto amministrativo alimentati per un decennio dal sindaco Luigi de Magistris. Nel frattempo, però, un elemento risulta chiaro: la classe dirigente napoletana continua a cedere alla tentazione del consenso facile e si rivela del tutto incapace di opporre la razionalità, l’analisi, il confronto e i progetti al ricordo, al folklore, alla nostalgia e persino al desiderio di imbalsamare il glorioso passato che Diego Armando Maradona ha saputo incarnare fino alla sua prematura scomparsa. Ancora una volta, dunque, abbondano i nomi e i richiami alla Napoli che fu, mentre scarseggiano il dibattito e le idee sulla Napoli che sarà o che dovrà essere.

Ecco perché – nel giorno in cui, tra l’altro, Alessandra Clemente si dimette da assessore comunale per dedicarsi totalmente alle sue ambizioni da sindaco – non si può non rivolgere una preghiera agli aspiranti primi cittadini. Nei giorni scorsi, Manfredi ha detto di ritenere Maresca una persona migliore della campagna elettorale finora condotta dal centrodestra. Noi, dopo aver assistito a dibattiti surreali come quello sulle simpatie calcistiche dell’ex rettore e all’immancabile esercizio di retorica giustizialista sulle liste pulite, invitiamo Maresca e Manfredi a dimostrarsi molto più seri, concreti e propositivi di quanto non siano stati capaci di fare fino a questo momento perché, come cantava qualcuno, «il futuro è più grande di un campionato». Soprattutto quando quello stesso futuro riguarda una realtà complessa come quella di Napoli.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.