L'allarme del Capo dello Stato
“I migranti usati come minaccia”, la regia di Libia, Tunisia e Russia: Mattarella mette in guardia la Ue
Le parole del presidente della Repubblica suonano come un monito all’Europa. Diversi Stati sfruttano i flussi migratori come arma di pressione per indebolirci
Di fronte alle crisi e alla frammentazione dell’Occidente, le parole di Sergio Mattarella suonano come un allarme: le istituzioni multilaterali fanno fatica ad agire in modo efficace e sono terreno fertile per chi sogna di cavalcare le minacce globali per aggravare ulteriormente il quadro. Il presidente della Repubblica, intervenuto agli Stati generali della diplomazia, ha fatto riferimento alla questione dell’immigrazione: «Gli stessi drammi migratori sono talvolta oggetto di gestioni strumentali da parte di alcuni Stati, per trasformarli in minaccia nei confronti dei vicini, in palese violazione di convenzioni internazionali liberamente sottoscritte».
Un allarme chiarissimo per l’Europa, spesso vittima di alcuni paesi che strumentalizzano i flussi migratori come leva politica, come clava di pressione e di destabilizzazione. Stati che possono deliberatamente facilitare le partenze verso le nostre frontiere per ottenere vantaggi politici, economici o strategici. Insomma, trasformando la crisi umanitaria in questione geopolitica. Un atteggiamento che vìola i princìpi di solidarietà e umanità sanciti dal diritto internazionale.
Le dichiarazioni di Mattarella dovrebbero far aprire gli occhi alla Ue: bisogna capire che il problema dei flussi migratori fuori controllo è spesso uno strumento utilizzato per raggiungere obiettivi di politica estera, ovviamente a discapito dell’Unione, nella speranza che nei paesi di accoglienza dilaghino quanto più possibile il malcontento e le crisi politiche e sociali.
L’ex leader della Libia, Muammar Gheddafi, per anni ha sfruttato le paure europee e ha incassato accordi economici in cambio del controllo dei flussi. Anche Kaïs Saïed, presidente della Tunisia, è riuscito a rafforzare il suo potere negoziale nei confronti dell’Europa. Senza dimenticare i timori sul ruolo della Russia, che potrebbe facilitare la rotta migratoria verso la Ue dai diversi paesi africani in cui operano i mercenari della Wagner. L’Occidente deve prendere atto che ormai i migranti sono diventati le armi non convenzionali dello scontro geopolitico. Una forma di guerra ibrida.
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